Lo smart working e lo svuotamento delle città ha colpito anche Londra. La City, cuore finanziario della Gran Bretagna, ha visto calare in maniera drammatica il numero di pendolari che affollavano le strade londinesi. La conseguenza potrebbe essere l’abbandono della cultura del presenzialismo da ufficio.

Le aziende londinesi pronte al salto del lavoro agile

Come riporta anche Business Insider, alcune delle grandi aziende con sede a Londra, hanno comunicato di voler cambiare l’organizzazione del lavoro. PwC, ad esempio, ha ufficializzato che nei prossimi mesi i 22mila dipendenti lavoreranno per metà da casa e metà in ufficio in modo permanente.

“Molti leader hanno capito che il loro staff può essere altrettanto produttivo, coinvolto e felice lavorando da casa” ha detto il presidente Kevin Ellis. Anche Schroders, di recente aveva fatto sapere di aver adottato il modello flessibile in modo permanente per promuovere la produttività a lungo termine. In questo modo i dipendenti possono lavorare da casa più giorni a settimana concordando il lavoro con i responsabili. Il ceo Peter Harrison ha dichiarato che: “L’ufficio diventerà un posto in cui convocare le riunioni periodiche tra i dipendenti, ma il lavoro quotidiano si svolgerà nelle case”.

Leggi anche: Smart Working: lavorare in modo flessibile per sempre, il caso Schroders

I ristoranti sono in crisi

Attualmente, solo un terzo dei dipendenti sono tornati in ufficio a Londra; il 69% sta svolgendo il lavoro da remoto, un numero più alto rispetto a quelli di Parigi, il 26%, o Barcellona, 22%. Le prospettive appaiono poi a lungo termine, molte aziende pensano che si lavorerà da remoto almeno fino alla fine dell’anno. HSBC, ad esempio, ha deciso di far rientrare in ufficio solo il 20% dei dipendenti, così come JPMorgan, che ad agosto vedeva una piccola fetta di dipendenti negli uffici. Il 90% dei lavoratori di Morgan Stanley stanno ancora operando da remoto.

Come accaduto per Milano, anche Londra sta vivendo questo svuotamento negativamente, in quanto gli uffici vuoti creano danni all’economia cittadina. La mancanza di pendolari causa perdite ingenti a bar, ristoranti e altre attività che vivevano con le loro presenze. Il caso limite è quello della catena Pret à Manger che ha dovuto chiudere 30 negozi per il crollo delle vendite a causa delle minori presenze di pendolari che usavano fare la pausa pranzo nel famoso locale.

Leggi anche: Smart working: così il lavoro agile fa rinascere i piccoli borghi

[email protected]