L’Autorità garante della concorrenza e del mercato ha sanzionato Lidl Italia per 1 milione di euro per aver “diffuso informazioni fuorvianti sull’origine del grano duro utilizzato nella produzione della pasta.”.

Maxi multa a Lidl

La nota catena tedesca di supermercati avrebbe pubblicizzato le linee di pasta di semola a marchio Italiamo e Combino utilizzando, però, secondo l’Autorità, miscele di grani duri che provenivano sia dai paesi Ue che non Ue, ma in cui quello italiano rappresentava in media una quota del 40%.

Nella pratica, sia sul sito internet di Lidl che nei punti vendita, la pasta in oggetto veniva pubblicizzata dando risalto all’italianità del prodotto senza però riferire corrette informazioni sulla provenienza del grano duro. Nel mirino dell’Antitrust erano finite, dopo 5 procedimenti istruttori legati alle informazioni ingannevoli del grano duro, anche altre etichette tra cui Divella, De Cecco, Pastificio Artigiano Cav. Giuseppe Cocco (marchio Cav Giuseppe Cocco) e Margherita Distribuzione (ex Auchan Spa, marchio Passioni) ma solo Lidl è stata multata perché non avrebbe preso provvedimenti o meglio non avrebbe presentato alcun impegno a modificare il proprio comportamento. Nel caso di Lidl Italia, infatti, le confezioni della pasta riportavano in maniera enfatica informazioni legate all’italianità con la bandiera italiana, quindi, secondo l’Antitrust, era necessario puntualizzare l’origine del grano considerando che molti italiani quando acquistano la pasta fanno molta attenzione all’origine delle materie prime. L’Agcm ha fatto presente che la violazione ha coinvolto un gran numero di consumatori nel 2018 che avrebbero acquistato la pasta in oggetto perché pubblicizzata con enfasi e con elementi fortemente legati all’italianità. Lidl, inoltre, al contrario di Auchan, Cocco, De Cecco e Divella, non si sarebbe impegnata a modificare le etichette per garantire al consumatore un’informazione completa e non generare confusione.

L’Antitrust ha fatto presente che fino al 2016 il grano duro estero proveniva per larga parte dal Canada poi dal 2017-2018, a causa delle contrazioni delle importazioni, il grano canadese è stato “rimpiazzato da quello importato da altri paesi Ue (che rappresenta oggi il 49% delle importazioni italiane) e, in misura minore, dal Kazakhistan”.

La difesa di Lidl Italia

In una nota, Lidl Italia si è difesa sostenendo di non condividere il provvedimento inflitto e precisando che l’ informazione presente sulle confezioni “è perfettamente conforme a quanto stabilito dalla normativa vigente, in linea con l’impegno quotidiano nel garantire trasparenza e completezza di informazione al consumatore sulla provenienza delle materie prime utilizzate nei prodotti offerti nei propri punti vendita”. Nella nota difensiva, inoltre, Lidl ha fatto presente che i consumatori devono essere informati in merito all’origine dell’ingrediente primario contenuto nel prodotto alimentare che in questo caso “ è la semola di grano duro che costituisce il solo ingrediente della pasta alimentare fabbricata in Italia”.

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