Il segretario del Partito Democratico, Enrico Letta, ci riprova. Dopo essere stato eletto alla guida dei dem agli inizi dello scorso anno, aveva già proposto una patrimoniale a carico delle famiglie plurimilionarie per offrire una dote di 10.000 euro ai ragazzi di 18 anni. E adesso che siamo in campagna elettorale, Letta rilancia la sua idea. Tutti i patrimoni superiore a 1 milione di euro subirebbero una stangata, così da trasferire ricchezza a favore dei più giovani. Un modo per ridurre le disuguaglianze sociali, che in Italia sono essenzialmente generazionali da un lato e geografiche dall’altro.

Accoglienza negativa per la patrimoniale di Letta

Ma anche stavolta la patrimoniale di Letta non ha convinto praticamente nessuno all’infuori del PD. Il fuoco di sbarramento del centro-destra era scontato. Anzi, si può dire che il Nazareno abbia offerto agli avversari un rigore a porta vuota. Da qui al 25 settembre Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia avranno buon gioco a ricordare agli elettori che il PD sia e resti il partito del “tassa e spendi”.

Ma anche nel centro-sinistra l’accoglienza è stata negativa. Il no è arrivato sia da Matteo Renzi, che ironicamente si è chiesto se ci è consentito “morire gratis”, sia da Carlo Calenda. Il leader di Azione, probabile alleato del PD, ha sostenuto che la patrimoniale non serva ai giovani, ai quali vanno offerti una istruzione di qualità e un lavoro detassato. Chiusura anche dal Movimento 5 Stelle. Apprezza, invece, Sinistra Italiana, ma non sulla parte che riguarda la dote ai 18-enni.

Ennesima stangata sui contribuenti italiani

I dati ci dicono che i contribuenti italiani che dichiarino redditi di almeno 1 milione di euro siano 3.637. Questa è la base da cui partire per capire quanti sarebbero i soggetti tartassati. Tuttavia, i patrimoni si accumulano nel corso di una vita, per cui anche chi guadagna meno di 100.000 euro all’anno può raggiungere in alcuni anni la cifra di 1 milione, specie se sia stato abile a investire bene.

La patrimoniale di Letta è diseducativa e sbagliata per molteplici ragioni. Anzitutto, colpisce chi ha già con ogni probabilità contribuito al mantenimento dell’apparato statale tramite il pagamento di un’imposta dietro l’altra. Dall’IRPEF all’IRES, dall’IRAP all’IVA, passando per IMU, imposta di bollo sui conti correnti, bollo auto, imposta sulle transazioni finanziarie, sui redditi di natura finanziaria, di successione/donazione, ecc., ha già verosimilmente dato al Fisco fin troppo. Gli sono stati tassati i redditi o profitti prima, i risparmi dopo, i possedimenti immobiliari, mobiliari e gli investimenti finanziari. Quando avrà mai diritto un italiano di godersi il frutto dei propri sacrifici?

Imporre una patrimoniale sulle ricchezze a partire da qualche milione di euro significa punire ulteriormente chi tira quotidianamente la carretta per fare andare avanti sé stesso, la propria famiglia e, di riflesso, l’economia italiana. A che pro? La dote ai 18-enni è quanto di più demagogico e pericoloso vi sia. Abbiamo visto già negli ultimi anni cosa stia accadendo con il reddito di cittadinanza elargito indiscriminatamente anche ai giovanissimi: scarsa propensione al lavoro, aumento della propensione al lavoro nero.

Dote ai 18-enni diseducativa

Ebbene, regalare 10.000 euro a un 18-enne senza che abbia fatto alcunché per meritarselo equivale a lanciare alle nuove generazioni il messaggio che nella vita tutto sia dovuto e calato dall’alto. Non saranno i sacrifici, l’impegno e la voglia di mettersi in gioco con lo studio prima e il lavoro dopo a garantire soddisfazioni. La patrimoniale si trasformerebbe in una maxi-paghetta di stato, che finirebbe per premiare tutti, sia chi studia con profitto, sia chi non s’impegna a scuola. A quell’età, l’istruzione è quasi sempre l’unica occupazione possibile.

Negli USA, le storture delle regalie di stato si stanno vedendo da anni attraverso il prestito universitario. Fiumi di denaro che finiscono per finanziare il college a molti studenti meno abbienti, ma che tutti sanno servire nella realtà a mantenere stili di vita altrimenti insostenibili tra i giovanissimi. Risultato: 1.200 miliardi di dollari che centinaia di migliaia di ex studenti non sanno più come rimborsare. Un condono sarebbe persino ipotizzabile, senonché tutte le amministrazioni che si sono succedute negli ultimi anni ritengono che non sia equo. Cosa direbbero alle famiglie più povere, abbiamo impiegato i soldi delle vostre tasse per far fare la bella vita a tanti giovani universitari?

Classico tassa e spendi della sinistra

La patrimoniale di Letta un pregio comunque lo ha, ossia ricordarci che la sinistra sia essenzialmente questa cosa qui. Nel suo dna ha la tendenza storica a trasferire ricchezza da una categoria all’altra, ciascuna scelta arbitrariamente quale “privilegiata” in un caso e “meritevole di assistenza” nell’altro. In un Paese dove la tassazione strangola le imprese e arriva a pesare al 54% su chi le tasse le paga, l’emergenza nazionale sarebbe abbassare il prelievo fiscale per creare occupazione e ricchezza. Invece, il PD punta all’ennesima mancia elettorale nell’era dei bonus/sussidio di ogni tipo.

Di cosa avrebbe bisogno un giovane italiano oggi? Anzitutto, di un’istruzione che al contempo lo prepari al mercato del lavoro e gli garantisca una cultura generale solida. Secondariamente, di un mercato del lavoro funzionale, efficiente, in cui domanda e offerta riescano a incontrarsi. In altre parole, detassazione per favorire occupazione stabile e di qualità. Infine, di un ambiente meritocratico, di prospettive di crescita nel medio-lungo termine che gli consentano di restare nel Bel Paese e non di emigrare all’estero per poter anche solo fare uno scatto di carriera. La patrimoniale di Letta rischia di offrirgli semplicemente i soldi per pagarsi il biglietto con cui espatriare.

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