La vita dei lavoratori e degli imprenditori in Italia non è delle più semplici. Un recente studio pubblicato dalla Cna (Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa) ha evidenziato quali sono i Comuni italiani che pesano maggiormente a livello fiscale sulle imprese. Al primo posto il comune di Reggio Calabria, dove un imprenditore deve pagare in tasse circa il 73,4 per cento di quello che fattura. Se si prende un calendario, ciò significa che un imprenditore che ha la propria azienda a Reggio Calabria lavora per pagare le tasse dal 1° gennaio fino al 24 settembre.

Studio Cna, i comuni dove le tasse soffocano gli imprenditori

Accanto a Reggio Calabria, che detiene il primato con il 73,4 per cento, troviamo le città di Bologna (72,2 per cento), Roma e Firenze (entrambe a 69,5 per cento), Catania al 69, Bari al 68,5, Napoli al 68,2 per cento. Non si salvano nemmeno i comuni di Cremona e Salerno (entrambi a quota 67,3 per cento) e Foggia (66,8 per cento). Nelle prime 10 posizioni, dunque, abbiamo due città del Nord Italia (Bologna e Cremona) e 8 del centro-sud (da Firenze a Reggio Calabria).

Le città più virtuose

“Comune che vai, fisco che trovi”, così si intitola il dossier presentato dalla Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa. Se Reggio Calabria è la maglia nera d’Italia, Gorizia (Friuli Venezia Giulia) è il comune dove le imprese artigiane sono meno soffocate, dovendo subire una tassazione del 53,8 per cento, seguita da Udine (54,5 per cento) e Imola (54,9 per cento). Situazione positiva, rispetto alla media nazionale pari al 61,4 per cento) anche nei comuni di Cuneo, Trento e Belluno (55 per cento), insieme a Sondrio (55,3 per cento), Carbonia (55,8 per cento), Arezzo (56,1 per cento) e Mantova (56,2 per cento). Piccolo record quello fatto registrare da Carbonia (Sardegna), in una classifica dominata dalle città del Nord.

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