Dall’inizio dell’anno, le prime 5 società quotate a Wall Street e attive nel comparto tecnologico hanno guadagnato mediamente quasi il 20%, mettendo a segno un aumento complessivo del valore di capitalizzazione sul mercato di 560 miliardi e arrivando così a un totale di 2.875 miliardi di dollari. Sono i numeri monstre di Apple, Alphabet (società controllante Google), Microsoft, Amazon e Facebook. Per la prima volta, la società che fu di Steve Jobs e oggi gestita da Tim Cook ha toccato a maggio gli 800 miliardi di capitalizzazione, arrivando a valere quasi quanto il pil di Los Angeles e superando di gran lunga quello di Chicago, che vale poco più di 581 miliardi.

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Ormai le società tech sono colossi mondiali, in grado teoricamente di acquistare interi pezzi dell’economia mondiale, se si pensa che la sola Apple dispone di liquidità per oltre 260 miliardi di dollari. Dall’1 gennaio ad oggi, ha segnato un rialzo del 33%, pari a +200 miliardi di dollari in borsa. A seguire, la migliore performance è stata della creatura di Mark Zuckerberg con il +31,6%, pari a +103,4 miliardi di capitalizzazione, anche se il social network è ancora l’ultimo delle big 5 tech per valore in borsa.

Colossi tech valgono 1,5 volte l’Italia

Completa il podio Amazon con +29,5%, pari a +106 miliardi, portando il suo valore complessivo a 464,6 miliardi, in quarta posizione. Con il +20%, Google guadagna 109 miliardi e arriva a 653 miliardi, secondo colosso dietro Apple. In fondo alla classifica per variazioni positive da inizio anno troviamo Microsoft con poco più del 10%, pari a +41 miliardi. La società di Bill Gates vale oggi in borsa più di 528 miliardi.

Diversi analisti scommettono che entro i prossimi 12-18 mesi, Apple sfondi la soglia dei 1.000 miliardi di capitalizzazione in borsa, valendo un quarto in più rispetto ad oggi. Di certo sappiamo che insieme alle altre 4 big del settore tech varrebbero 1,5 volte il pil italiano, solo per dare un’idea delle dimensioni a cui sono arrivate le grandi companies a stelle e strisce.

Colossi tech USA più capaci di generare profitti

D’altra parte, il boom delle quotazioni azionarie è stato sostenuto dai dati. Prendiamo i profitti e il fatturato nel primo trimestre 2017, cresciuti complessivamente su base annua di 4,4 miliardi e oltre 17 miliardi rispettivamente. Nel dettaglio, Amazon ha segnato il rialzo tendenziale percentuale maggiore per entrambi con +79,3% e +49,2% rispettivamente, Apple ha registrato le variazioni minori con +4,9% e +4,6%.

Complessivamente, le big 5 hanno fatturato in soli tre mesi (gennaio-marzo 2017) qualcosa come 143,5 miliardi, maturando utili per quasi 25 miliardi. Annualizzando sia i ricavi che i profitti sulla base degli ultimi dati trimestrali (operazione di per sé non corretta, visto che le vendite e i profitti risentirebbero di fattori stagionali, ma che vi proponiamo solo a titolo puramente indicativo), scopriamo che esse capitalizzano al momento 5 volte in più i primi e quasi 29 volte in più i secondi.

Si consideri che allo stato attuale, l’indice S&P 500, che ospita le principali grosse società quotate a Wall Street, si stima che capitalizzi intorno a 25,3 volte gli utili dichiarati da queste ultime nell’ultimo anno e a poco più del doppio del fatturato. Si evincerebbe, quindi, che le big 5 del comparto tech sopra indicate mostrino una maggiore capacità di generare utili rispetto ai colossi attivi negli altri settori, se è vero che stando ai dati dell’S&P 500, mediamente una grande società quotata negli USA riuscirebbe a maturare un dollaro di utile per ogni 12,5 dollari di ricavi, quando qui troviamo che un dollaro di utile viene ottenuto con soli 5,75 dollari di ricavi. In sostanza, saremmo di fronte a società con margini più che doppi rispetto alle altre.