Quali sono le aziende che hanno la migliore reputazione al mondo? A dircelo è la classifica Global RepTrak 100 2019 stilata da Reputation Institute. La lista ha preso in esame 10mila aziende valutando la percezione che il pubblico ha di esse r considerando vari aspetti quali prodotti e servizi, innovazione, ambiente di lavoro, governance, responsabilità sociale e ambientale, leadership e performance.

Le 10 migliori aziende al mondo

Per creare la classifica sono state anche intervistate 230mila persone. Tra le migliori aziende troviamo Rolex, la società svizzera che opera nel settore dell’alta orologeria, seguita da Lego e Walt Disney.

Subito dopo figurano Adidas, Microsoft, Sony, Canon, Michelin, Netflix e Bosch. In lizza anche Adidas, Microsoft e Sony, seguita da Canon, Michelin e Netflix. A chiudere la top ten c’è Bosch. Rolex, quindi conquista il primo posto per il quarto anno consecutivo e il merito è sicuramente nella capacità di scegliere i propri ambasciatori. Importante anche l’ascesa di Netflix, società di distribuzione di film e serie televisive online, che dal 24esimo posto è giunta al nono posto. Per quanto riguarda le italiane, interessante il posizionamento di Ferrero, che si piazza alla 19esima posizione ed è la prima azienda alimentare in assoluto nella classifica. Le altre sono  Barilla, al n. 31, Kellog’s, al n. 33, e Lavazza, al n. 38. Per quanto riguarda le altre italiane troviamo Pirelli, Giorgio Armani, Barilla e Lavazza,  che si trovano rispettivamente al 23imo, 24imo, 31imo e 38imo posto.

Secondo Stephen Hahn-Griffiths del Reputation Institute “È il giorno del giudizio della reputazione, non c’è più alcun posto in cui nascondersi le aziende hanno però una grande opportunità, chi riuscirà ad accrescere le percezioni positive nei propri confronti, dando priorità alla responsabilità aziendale e all’etica, otterrà risultati in questa nuova era della reputazione”.

Interessanti anche le parole di Michele Tesoro-Tess, executive vice president di Reputation Institute per l’Italia e la Svizzera: “I risultati mostrano un miglioramento rispetto al 2018, anno in cui è esplosa la bolla della reputazione il 52% degli utenti nutre dubbi sulle buone intenzioni di tutte le società.

Questo gap offre però la grande opportunità di creare e fornire garanzie sulla propria reputazione che, nel tempo, può convertire gli indecisi, sempre meno propensi a dare il beneficio del dubbio alle aziende. Coloro che saranno capaci di accrescere le percezioni positive nei loro confronti, dando priorità alla responsabilità aziendale, all’etica, e facendo leva su una leadership territoriale forte, vinceranno in questa nuova era della reputazione. Proprio per analizzare questo andamento e capire chi sta trovando le risposte più efficaci”.

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