Si parla molto dell’Italia e del mercato del lavoro perennemente in crisi. A metterci lo zampino, stavolta, è l’Ocse che ha letteralmente bocciato il mercato italiano a causa della scarsa sicurezza, senza contare la quantità. Sono molti i fattori che sembrano pesare a tal proposito. A dirlo l’ultimo rapporto “Job Strategy”.

Il lavoro in Italia scarseggia ma non è solo questo il problema

I problemi italiani quando si parla di mercato del lavoro sono ben noti. Secondo l’Ocse non solo scarseggia a livello quantitativo ma anche parlando di inclusività.

A dare manforte ai problemi già noti anche la scarsa sicurezza e la produttività sempre in crisi. Purtroppo l’Italia risulta tra i paesi peggiori quando si parla di occupazione, i problemi sono noti: tassi di disoccupazione elevati, donne penalizzate, stipendi medi bassi. Il rapporto “Job Strategy” non sembra lasciare scampo a tal proposito e considera il nostro paese come uno dei paesi industrializzati peggiori per il lavoro. Nonostante la crisi economica sembri superata, è anche vero che la crescita legata all’occupazione in Italia resta bassa, 62,3% contro il 72,1% medi di altri paesi Ocse. A preoccupare anche il tasso di disoccupazione che nel nostro paese resta alto: 11,4% contro il 5,9% di media registrato dall’Ocse.

Tasso alto anche per il sottoutilizzo della forza lavoro che è pari al 42,9% in Italia, poco meno della Grecia, considerata la maglia nera. Per gli altri paesi la media è del 27,2%. Dunque, si tratta di dati importanti che mostrano, ancora una volta, come l’Italia si trova sempre indietro.

Il confronto e il problema della disparità di genere

Il confronto con gli altri paesi è impietoso. Non brilliamo nemmeno per qualità del lavoro mentre i paesi dove i tassi sembrano ottimali sono la Danimarca, dove la paga oraria resta sui 29,8 dollari e in genere quelli scandinavi. L’Italia resta anche tra le peggiori parlando di sicurezza sul lavoro ossia la possibilità di perdere il posto e restare senza occupazione e reddito.

In questo siamo il quarto paese, considerando anche la possibilità di rimanere senza sussidio o di incappare in contratti a termine che accentuano la precarietà.

Dati negativi anche parlando di stress da lavoro, ma qui possiamo dire di essere nella media Ocse. nel nostro paese un lavoratore su 3 sostiene che il carico di lavoro è troppo e di sentirsi stressato, peggio di noi la Grecia, con uno su due, mentre in Norvegia soltanto uno su sette si sente sotto stress.

La situazione più paradossale riguarda la povertà relativa; nel nostro paese si stima che il 15% vive in famiglie dove il reddito è inferiore del 50% rispetto alla media Ocse. Resta alta anche la disparità di genere. Siamo noni sia per il divario uomo e donna sia per quello occupazionale. A penare di più non solo le madri con figli a carico ma anche giovani che non studiano e non lavorano, stranieri, over 55 e disabili.

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