Ormai quando si parla di lavorosmart working il concetto è diventato molto più ampio. Un interessante approfondimento del Corriere della Sera rilancia il concetto di ufficio in condivisione. La spiegazione è tanto semplice quanto affascinante: si immagini di lavorare per Cassa Depositi e Prestiti e che si abbia la possibilità di lavorare presso la sede dell’Enel in coworking, magari sedendosi su una scrivania di un dipendente dell’azienda guidata dal manager Francesco Starace. Poi, durante la stessa settimana, si immagini di poter spostarsi anche in altre società di alto livello, come ad esempio Poste italiane, Ferrovie, Leonardo o Terna.

I benefici dell’ufficio in condivisione al lavoro

Quali sarebbero i benefici di un ufficio in condivisione quando si parla di lavoro? Il Corriere della Sera mette in risalto i rapporti e le relazioni che il dipendente “mobile” potrebbe tessere nel corso del tempo. Ciò si tradurrebbe in un vantaggio competitivo qualora un giorno decidesse di cambiare occupazione.

Un altro beneficio è la possibilità per manager, amministratori delegati, quadri e dipendenti di fare rete in una nuova modalità fino ad oggi sconosciuta. Il giornalista del Corriere parla di era open, un concetto basato sulla circolazione delle idee ben oltre i confini dettati dal luogo di lavoro.

Il progetto Smart Alliance

Alla base del nuovo scenario post pandemia descritto qui sopra c’è il progetto intitolato Smart Alliance, dove le società del consorzio ELIS privilegiano la condivisione degli spazi di lavoro diffusi. Quest’ultimi sono uffici altamente tecnologici, prenotabili tramite un’app, che consentirà ai dipendenti di trovare lo spazio di lavoro più adatto alla propria attività e più vicino.

A questo proposito, l’approfondimento raccoglie anche le dichiarazioni di Walter Ruffinoni, amministratore delegato di NTT Data. L’ad ha specificato come oggi sia indispensabile vedere gli uffici come luoghi di relazione, per mezzo dei quali è possibile incrementare e favorire lo scambio creativo, che sta alla base di “qualsiasi innovazione”.

In conclusione, il Corriere fa un elenco delle società potenzialmente interessate alla rivoluzione dell’ufficio in condivisione. Tra queste ritroviamo Cassa Depositi, Cisco, Pwc, Enel, Microsoft, Fs, Leonardo, Generali, Trenord, Iren e Manpower.

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