L’Italia paese di vecchi. Nel mondo del lavoro questa frase non potrebbe essere più azzeccata. Nonostante le notizie altalenanti sul calo della disoccupazione e quello meno incoraggianti sul lavoro nero o gli ormai noti Neet ossia i giovani che non studiano e non lavorano, il nostro paese si conferma come sempre ancora troppo indietro. Secondo una recente elaborazione di Unioncamere-InfoCamere, ad esempio, tra le persone con carica di amministratore nelle aziende, sono sempre di più gli over 50 o addirittura gli over 70 e sempre meno i giovani.

Largo ai giovani?! No grazie

Negli ultimi 5 anni gli under 50 con posizioni di comando nelle aziende sono calati progressivamente a fronte di un aumento di amministratori, soprattutto dal 2013 ad oggi. In parole povere mentre sono cresciute le figure di comando, tra queste sono diminuiti i soggetti con meno di 50 anni aumentando quelli con più di 50 e addirittura più di 60 o 70 anni. I dati sono abbastanza chiari: nel 2018 gli amministratori over 50 sono 2,3 milioni ossia il 61% del totale contro 1,5 milioni di under 50 che 5 anni fa erano il 46,7% contro il 39% di oggi. Insomma, invece di progredire e guardare al cambiamento nel mondo del lavoro, i dati confermano un certo dietrofront sostanziale anche se si parla di amministratori e posizioni leader, per cui, considerando che i giovani non iniziano a lavorare concretamente prima di una certa età e l’età sempre più avanzata per la pensione, il percorso sembra lineare.

Crescono i contratti di apprendistato

Un rapporto recente di Confartigianato invece rivela che solo nell’ultimo anno 283.030 giovani under 30 hanno iniziato a lavorare in apprendistato per imparare un mestiere grazie agli interventi di decontribuzione previsti nella legge di Bilancio 2018. Si parla di crescita record di assunzioni di apprendisti tra aprile 2017 e marzo 2018, contro le 254.000 assunzioni di giovani a tempo indeterminato sempre considerando lo stesso periodo. Dunque il contratto di apprendistato avrebbe superato le altre tipologie di contratto, prendendo come riferimento il periodo gennaio e maggio 2018, il 20,2% in più rispetto al 2017 e 134.358 solo nel periodo indicato.

Il rapporto indica che il contratto di apprendistato ha superato quello a tempo indeterminato del +3,1%, i contratti a tempo determinato del +8,4%, i contratti stagionali del +7% e i contratti intermittenti del +8,8%. Secondo il rapporto le regioni in cui sarebbero cresciuti i contratti in oggetto sono l’Umbria con il 18,5%, la Toscana con 16,2%, il Veneto con 15,6%, le Marche con 15,4% e il Piemonte con 14,5%. In coda invece Basilicata, Sardegna e Molise.

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