I lavoratori della logistica di Zara hanno scioperato durante la giornata di ieri e i negozi hanno rischiato di rimanere vuoti. A protestare sono stati i facchini contro lo stipendio minimo e lo sfruttamento. 

Le condizioni di lavoro dei facchini Zara

Come scrivono milanotoday.it e romatoday.it, i dipendenti che si occupano del magazzino e carico scarico merci per la nota catena spagnola hanno organizzato un sit in di protesta per denunciare le condizioni di lavoro a cui sono costretti.

In particolare lamentano stipendi al minimo e sfruttamento, come riporta today.it: “Ogni giorno subiamo condizioni lavorative pessime. Ora vogliono farci passare sotto il controllo dell’agenzia interinale Manpower, il che significa precarizzarci ulteriormente”. 

I lavoratori, in particolare, lamentano il precariato a cui sono obbligati da anni nonostante Zara abbia fatturato due anni fa 18 miliardi di dollari. La loro paura è quella di venire ulteriormente declassati e con meno tutele. Lo scorso anno i facchini avevano ottenuto il contratto nazionale della logistica ma a quanto pare il timore più grande è quello di dover tornare indietro. 

Lo slogan no lavoratori in affitto

Lo sciopero era già iniziato giovedì scorso e ieri i lavoratori hanno replicato nuovamente rischiando di svuotare i negozi a Milano e Roma, punti focali della protesta. Gli addetti al magazzino sembrano ormai convinti a portare avanti una battaglia per evitare di diventare lavoratori interinali e vedersi dimezzata la busta paga. Alberto Violante, sindacalista del coordinamento di Roma di SI Cobas, ha riferito a romatoday che “Zara ha proposto un contratto di staff leasing: ossia lavoratori interinali ‘affittati’.” Le conseguenze, insomma, sono la perdita della stabilità e buste paga leggere rispetto a quelle attuali. A Torino, dove il cambiamento è già avvenuto, alcuni hanno segnalato buste paga da 1600 euro a 900 euro, ha fatto notare ancora Violante. E non sembra finire qui: il rischio è di passare al contratto del  commercio con la perdita delle indennità.

 A Roma la protesta si è svolta davanti allo store di Zara in via del Corso dove sono stati distribuiti volantini da consegnare poi alla cassa con lo slogan citato. La vicenda sicuramente non terminerà qui.

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