Le lauree umanistiche bistrattate e piene di luoghi comuni possono finalmente ottenere la loro rivincita. I laureati in discipline umanistiche non solo trovano lavoro come gli altri ma a quanto pare possono guadagnare cifre di tutto rispetto. Basti pensare che i licei classici hanno un numero di iscritti sempre maggiore, la porta di entrata verso le università come lettere, lingue, filosofia, comunicazione e compagnia bella.

La rivincita delle università umanistiche per il futuro delle aziende

Secondo un report dell’American academy of arts and sciences chi si laurea in discipline umanistiche può ottenere la stessa soddisfazione lavorativa e le entrate praticamente uguali o di poco inferiori rispetto alle facoltà scientifiche o tecnologiche.

Ma quanto guadagnano i laureati nelle humanities? Sempre secondo il report americano, il reddito medio è di circa 52mila dollari l’anno per i laureati alla triennale che sale a 72mila per la magistrale. Il confronto con i laureati in ingegneria è doveroso, per loro il reddito medio può arrivare anche a 82mila dollari ma in linea di massima la soddisfazione finanziaria è praticamente identica rispetto ai colleghi delle altre facoltà. In tutto ciò c’è anche l’Italia in cui un laureato in lettere o filosofia guadagna meno rispetto ad un laureato in ingegneria o economia ma il tasso di soddisfazione è praticamente identico.

Dove fanno carriera

Ma dove fanno carriera i laureati nelle humanities? Sempre secondo la ricerca americana una buona percentuale trova impiego nel management ma anche negli ambiti della finanza, vendite e servizi. Le aziende infatti sembrano sempre più attratte dalle competenze intellettive che questi possono offrire, soprattutto nell’ambito del digitale e tech. Inoltre i laureati nei corsi di studio in linguistica e semiotica avrebbero quella marcia in più per istruire i robot, il futuro delle aziende e di grandi colossi come Amazon tanto per citarne alcuni. Lo stesso si può dire per quanto riguarda le altre discipline e il rapporto con il machine learning o lo speech recognition.

La ragione va ricercata nel fatto che gli individui che si specializzano in discipline umanistiche sono più versatili e sanno reinventarsi anche in lavori diversi e apparentemente lontani a ciò in cui hanno investito. Un valore aggiunto viene da dire, tanto basta per allontanare una volta per tutte quel pregiudizio su chi ha deciso di puntare agli studi umanistici e all’intelletto.

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