Il recente attentato di Manchester rappresenta ‘soltanto’ l’ultimo di una lunga lista, ma allo stesso tempo si mostra come una sorta di ‘salto di qualità’: l’ISIS ha sempre colpito i simboli della ‘cultura’ occidentale, ma questa volta ha davvero mostrato tutte le sue potenzialità, ferendo l’Europa e l’Occidente nel suo bene più prezioso, i giovanissimi. Non si tratta di barbari: l’ISIS è un’organizzazione molto avanzata e, seppur votata al male, del tutto razionale; è chiaro che ci siano dei ‘cani sciolti’, ma gli attacchi più ‘importanti’ sono stati studiati a tavolino, e questo per almeno due ordini di motivi.

Guidare l’agenda politica europea e, ancor di più, mettere in crisi i valori occidentali. In entrambi i casi, la strategia sembra essere vincente.

Qui, Attentato Manchester, allarme ritorno foreign fighters: ecco i paesi più a rischio.

La vera forza dell’ISIS: guidare l’agenda politica occidentale

Innanzitutto, l’ISIS intende guidare l’agenda politica europea – checché ne possiamo pensare. Molti attentati – come del resto quest’ultimo di Manchester – arrivano anche in stretta concomitanza con le elezioni nazionali nei singoli paesi: si tratta né più né meno di pilotare le ‘emozioni’ degli elettori e cercare di spingere verso lo scontro di civiltà, favorendo la vittoria dei candidati più estremisti nella lotta al terrore – si tratta della costruzione del nemico. In Francia, l’ISIS non c’è riuscito e la Le Pen non si è avvantaggiata, ma è vero comunque che è stato proprio il terrorismo islamico a favorire, ad esempio, l’immaginario del ‘migrante-terrorista’.

Ancora una volta il caso di Manchester dovrebbe farci capire come non dobbiamo farci pilotare dall’ISIS: il kamikaze era ‘inglese’, come la maggior parte degli attentatori in Francia era francese; l’equazione migrante-terrorista viene giocata nelle campagne elettorali occidentali ed è un modo per l’ISIS di guidare la nostra agenda politica e sociale.

La vera forza dell’ISIS: mettere in crisi i valori occidentali

Tralasciando per un momento le accertate complicità occidentali con i governi mediorientali che ‘foraggiano’ l’ISIS (leggi: Arabia Saudita), il terrorismo islamico trova la sua vera forza e, culturalmente, sta ‘vincendo’, nella misura in cui sta mettendo in crisi i valori occidentali. Anche se spesso molto ipocritamente applicati, i ‘diritti dell’uomo’ sono un’invenzione occidentale; l’idea di giustizia sociale proviene dall’Europa così come i valori di accoglienza e pluralismo sono sbandierati come il vero significato della cultura occidentale. Il cosmopolitismo è dai tempi di Voltaire il vero occidentali’s karma.

Il terrorismo jihadista, però, sta riuscendo a manipolare anche il nostro mondo delle idee: ‘prima gli italiani, i francesi, etc.’ significa negare tutti gli ideali con cui abbiamo costruito la nostra immagine del mondo; lasciar morire i migranti in mezzo al mare (come il caso della Marina Italiana e della Guardia Costiera, ora sotto indagine, grazie a un reportage di cui abbiamo parlato in questo articolo) sarebbe un atto da ‘veri uomini’ contro il buonismo dilagante. Ebbene, se l’ISIS sta perdendo terreno nei territori nei quali si è diffuso, qui in Occidente sta vincendo lo scontro di civiltà: il terrorismo islamico ci sta rendendo simili a loro e di questa mutazione non ce ne stiamo rendendo neanche conto.