Non bastava l’inflazione ai massimi dal 1986 a fare sballare i conti delle famiglie. Il caro bollette turba i sonni di milioni di italiani, molti dei quali faticherebbero a reggere gli ulteriori aumenti delle tariffe di gas e luce. Con l’inverno alle porte, non una bella prospettiva. E se fino a poco tempo fa ci confortava perlomeno la granitica stabilità della rata del mutuo, da qualche mese il tasso variabile ha iniziato a “tradire”. E se vi dicessimo che dovreste maledire proprio le bollette? Già, perché la loro esplosione ha fatto schizzare l’inflazione e la BCE si è vista costretta ad alzare i tassi d’interesse per frenare la corsa dei prezzi al consumo.

Un costo del denaro più costoso farà girare minore liquidità e con il tempo ciò servirà a stabilizzare i prezzi.

Ma la cattiva notizia per le famiglie è che da questa estate ha spiccato il volo la rata del mutuo a tasso variabile. Si attendeva da anni che accadesse e alla fine non accadeva mai. Quando pensavamo di averla fatta franca, ecco che ti arriva la batosta. E non sono noccioline. Abbiamo simulato un mutuo a tasso variabile da 100.000 euro a 25 anni, agganciato all’Euribor a 3 mesi e con spread applicato dalla banca di 100 punti base o 1%.

All’inizio dell’anno, la rata del mutuo risultava ancora di poco superiore a 350 euro. Tutto sommato, una somma alla portata di gran parte delle famiglie. A inizio gennaio, però, l’Euribor a 3 mesi stava a -0,57%, cioè su valori molto negativi. La scorsa settimana, saliva a 1,12%. Un’esplosione avvenuta negli ultimissimi mesi, complice lo scenario bellico in Europa. Sulla base di tale variazione, la stessa rata del mutuo a tasso variabile si sarebbe impennata a circa 430 euro. Un aumento di oltre il 22%, qualcosa come quasi 80 euro al mese.

Impatto della rata del mutuo sul bilancio familiare

Per dirla con ironia, è come se il rialzo dei tassi agisse come il vecchio bonus Renzi al contrario. In un anno, l’aggravio per la famiglia sarebbe di 937 euro. Tenendo fermo tale aumento per tutti i 25 anni (fortunatamente, uno scenario inverosimile), la stangata sarebbe di 23.427 euro, quasi un quarto del valore iniziale del mutuo contratto.

E nei prossimi mesi? Più l’inflazione persisterà e maggiore dovrà essere la reazione della BCE con nuovi rialzi dei tassi. Questo scenario preluderebbe a una ulteriore ascesa dell’Euribor e, quindi, a una rata del mutuo ancora più alta. Di quanto? Impossibile prevederlo. Prima della crisi finanziaria del 2008, l’Euribor a 3 mesi era salito fino al 5% e a fronte di un’inflazione nell’Eurozona inferiore al 4% contro oltre il 9% dell’agosto scorso. Ma c’è da dire che erano altri tempi. La BCE e le altre principali banche centrali nel mondo da allora hanno cambiato notevolmente politica monetaria, optando per un allentamento strutturale.

D’altra parte, è pur vero che questo mutamento ha retto finché l’inflazione restava bassa. Ora che così non è, non possiamo escludere del tutto a priori che i tassi d’interesse tornino ai livelli pre-Lehman. Se così fosse, la rata del mutuo sarebbe destinata ad esplodere. Tanto per farvi un esempio, con un Euribor al 4%, nell’esempio di cui sopra schizzerebbe a 585 euro. Sarebbe una botta mensile di oltre 230 euro, qualcosa come 2.800 euro l’anno. Per fortuna, non sembra affatto lo scenario di base. Ciò non toglie che bisogna restare vigili.

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