Il discorso del premier Mario Draghi al Senato di questa mattina non avrebbe convinto né il Movimento 5 Stelle, origine della crisi di governo, né il centro-destra. Il vertice tra Forza Italia e Lega di questo primissimo pomeriggio avrebbe esitato un aut aut al premier: o nuovo governo senza i 5 Stelle o elezioni anticipate. E’ stato questo il succo dell’intervento di Massimiliano Romeo, capogruppo della Lega al Senato. Il politico ha espressamente invitato Draghi a rivedere la sua squadra di ministri e sottosegretari, rimpiazzando gli esponenti “grillini”, altrimenti prospettando la sua permanenza in carica fino alla votazione della legge di Bilancio e all’espletamento delle procedure per ottenere i fondi del PNRR per la seconda parte dell’anno.

Dopo questo intervento, il premier ha lasciato l’Aula, mentre i visi tra i ministri sono diventati scuri.

In sintesi, ecco cosa accadrebbe nelle prossime ore: Draghi replicherebbe agli interventi successivi al suo discorso con la presa d’atto che quel “patto di unità nazionale” che un anno e mezzo fa fece nascere il suo governo non esiste più, come invocato stamattina. A quel punto, salirebbe al Colle per confermare le dimissioni nelle mani del presidente Sergio Mattarella. Questi le respingerebbe per una seconda volta, ripercorrendo il precedente che portò alla caduta del governo Ciampi nel 1994. Così facendo, il Quirinale lascerebbe Draghi in carica per tutta la campagna elettorale. Le elezioni anticipate sarebbe convocate per fine settembre (25?) o inizio ottobre (2?).

Intanto, lo spread BTp-Bund a 10 anni è salito di diversi punti dopo l’intervento del capogruppo leghista. Mentre scriviamo, si aggira poco sotto 215 punti base. E l’indice FTSE MIB a Piazza Affari perde l’1,33%. Sarebbe il segnale che sui mercati finanziari si respira aria di maggiore pessimismo circa l’esito di questa crisi di governo.

Eppure la mattinata sembrava essere iniziata bene per il premier.

Aveva accettato l’idea di proseguire la sua esperienza di capo di governo dopo gli appelli che gli sono arrivati in questi giorni da larghi settori dell’opinione pubblica. Tuttavia, non solo aveva ignorato le istanze del centro-destra, specie sul fisco e sulla giustizia, ma aveva persino picconato quell’area politica sulle vicende dei balneari e i tassisti. Ieri, poi, l’umiliazione di avere incontrato in gran segreto il segretario del PD, Enrico Letta, dopo avere espresso l’intenzione di non vedere alcun leader della maggioranza. Solo dopo la nota di “sgomento” del centro-destra di ieri sera, Draghi aveva cercato di recuperare con un faccia a faccia con i rappresentanti di Lega e Forza Italia.

Non meno duro poco fa l’intervento di Maurizio Gasparri (Forza Italia). Il senatore azzurro ha lamentato che il PD avrebbe avvelenato il clima nella maggioranza piantando bandierine di partito (riferimento a “ius scholae” e marijuana libera), rivendicando che altrettanto potrebbe fare il centro-destra. Ha altresì invitato il premier a fare a meno dei 5 Stelle nel suo governo come condizione perché Forza Italia resti in maggioranza.

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