L’authority finanziaria ellenica ha fatto sapere in mattinata che la Borsa di Atene resta chiusa anche oggi, in attesa di ricevere una decisione del Ministero delle Finanze sui tempi e i modi della riapertura. E un portavoce del ministero ha fatto sapere che un comunicato in tal senso sarà emanato al più presto, anche se non sono stati indicati i tempi. Il mercato azionario della Grecia è chiuso da un mese, dopo che il premier Alexis Tsipras annunciò la convocazione di un referendum sul piano dei creditori europei e fu costretto a introdurre controlli sui capitali per limitare i deflussi.

Già nel 2013, la Borsa di Atene era stata declassata dall’MSCI Inc tra i mercati emergenti, il primo caso al mondo per un’economia sviluppata. Adesso, potrebbe arrivare una seconda batosta ancora più umiliante, perché se rimanesse chiusa per 40 giorni, si vocifera che l’MSCI potrebbe decidere di qualificare la borsa ellenica come “standalone”, al pari dello Zimbabwe, della Jamaica e della Cina, accomunati tutti da mercati poco liquidi e da contrattazioni non libere e discontinue.

Le ragioni della chiusura prolungata

Ma quale sarebbe la ragione di un tale rinvio della data di riapertura? Per prima cosa, i timori degli investitori su un possibile mancato salvataggio della Grecia sono ancora elevati, perché il negoziato durerà fino almeno alla metà di agosto e non è detto che si concluda positivamente, anche se sembra che i nuovi aiuti dovrebbero arrivare.   APPROFONDISCI – Grecia, la Commissione respinge le accuse di Varoufakis e chiede riforme veloci   Secondariamente, si starebbero scrivendo in questi giorni le regole di trading. Fonti non ufficiali sostengono che la compravendita di azioni sarebbe libera per gli investitori stranieri, mentre quelli domestici potrebbero acquistare o vendere con i conti già accesi per gli investimenti. Solo con la liquidità o con il denaro all’estero potrebbero incrementare tali fondi disponibili per il trading.

E cosa accadrà, quando prima o poi la borsa riapre? E’ molto probabile che a risultare i più colpiti saranno i titoli bancari e quelli delle società immobiliari. I primi sconteranno le grosse difficoltà delle banche elleniche in termini di sotto-capitalizzazione e scarsa liquidità, dopo la fuga dei depositi, intensificatasi a giugno con 8 miliardi di risparmi ritirati dalla clientela. I secondi, invece, pagheranno la crisi del comparto, visto che il governo non sopprimerà nemmeno l’anno prossimo l’Enfia, l’odiata e onerosa imposta sugli immobili, mentre i prezzi delle case sono attesi in calo di un altro 18% entro i prossimi 2 anni, portando a -60% il crollo dall’inizio della crisi.   APPROFONDISCI – In Grecia riaprono le banche, ma restano i controlli sui capitali  

Un crollo non così drammatico

In generale, un’idea di quello che potrebbe accadere ce la fornisce il Global X Ftse Greece 20 Etf, un fondo ellenico quotato a Wall Street e che replica l’andamento delle 20 società più capitalizzate di Atene, ma che a differenza della borsa greca ha proseguito le contrattazioni anche durante quest’ultimo mese. Ebbene, le azioni di questo Etf sono scese del 17% rispetto all’ultima seduta di contrattazioni ad Atene, implicando che verosimilmente anche le azioni in Grecia dovrebbero scivolare di un pari importo, se fossero tradate oggi. Si tratta certamente di un calo molto sostenuto, ma non di un crollo così verticale come si potrebbe immaginare, anche se la minore liquidità alla Borsa di Atene potrebbe rendere i ribassi più brutali. Nell’ultima seduta, il mercato azionario ellenico sostava a 797,52 punti, il 30% in meno su base annua e ben l’85% in meno rispetto alla fine del 2007, prima che esplodesse la crisi finanziaria. In termini di capitalizzazione, la Borsa di Atene valeva meno di 20 miliardi di euro, poco più del 10% del pil ellenico.