Il governatore della banca centrale danese, Lars Rohde, ha aspramente criticato la politica dei tassi zero delle banche centrali, alla quale è costretto pure il suo istituto, in quanto la corona danese è legata all’euro da un regime di cambio fisso. Tuttavia, bassi tassi e un sistema fiscale sugli immobili pro-ciclico in Danimarca destabilizzerebbero il mercato immobiliare. Rohde si è unito al coro degli economisti, compresi quelli del Consiglio Economico del governo, che chiedono una revisione della tassazione sugli immobili, in quanto questa tende a diminuire in percentuale al loro valore, quando i prezzi delle case salgono e ad aumentare, quando essi scendono.

Il loro andamento pro-ciclico sarebbe un fattore negativo per il mercato immobiliare danese, già alle prese con altri fattori destabilizzanti. A marzo, i prezzi delle case sono cresciuti del 3,6% su base annua, secondo l’ufficio statistico nazionale, ma quelli degli appartamenti sono balzati dell’8,9%, arrivando al 91,3% del livello raggiunto nel 2006, anno di picco massimo per il settore nel paese. Da allora, i prezzi sono crollati e adesso si attestano del 20% in meno rispetto a 8 anni fa.

Il fardello del debito privato

L’OCSE ha avvertito che le famiglie danesi risultano le più indebitate del mondo sviluppato, con un’esposizione del 300% del loro reddito disponibile. Nonostante gli alti tassi di risparmio, le fluttuazioni a cui il debito potrebbe essere sottoposto rappresenterebbero un motivo di allarme. Anche perché più della metà del mercato obbligazionario legato ai mutui e pari a un totale di 550 miliardi di dollari è dato dai mutui only-interest, importati nel paese nel 2003 e che prevedono l’erogazione di finanziamenti per l’acquisto di una casa, sui quali si pagheranno i soli interessi per un periodo fino a 10 anni, rinviando al futuro il rimborso del capitale. Tali mutui hanno fatto esplodere l’indebitamento delle famiglie danesi e al contempo stanno comportando parecchie difficoltà, ora che molti di questi iniziano a prevedere il rimborso del capitale, facendo schizzare la rata mensile.

  APPROFONDISCI – La Danimarca affoga in un mare di debiti privati. Avvisaglie di eclissi sul Nord Europa?   Il governatore Rohde non ha nascosto che, sulla base dei fondamentali, la Danimarca dovrebbe avere oggi tassi più alti, ma è costretta a una politica dei tassi zero, seguendo la BCE. In più, il settore immobiliare si sta sviluppando in maniera molto eterogenea nel paese: si va da un ritorno alla crescita dei prezzi nella capitale Copenaghen e si arriva a verificare una contrazione dei valori immobiliari nelle aree periferiche della Danimarca. Ricordiamo che la banca centrale di Copenaghen aveva portato i tassi sui depositi overnight sotto lo zero nel luglio del 2012 e li ha mantenuti a -0,2% fino al mese di aprile di quest’anno, quando li ha innalzati allo 0,05%. La misura non convenzionale allora fu adottata per contrastare un eccessivo apprezzamento della corona sull’euro, che avrebbe eroso la competitività delle imprese danesi.   APPROFONDISCI – Tassi negativi, l’esempio della Danimarca e i possibili effetti sull’Eurozona