Tedeschi e birra sono un binomio, come italiani e spaghetti. Un cliché, che negli ultimi anni è diventato un po’ meno aderente alla realtà. Non che la Germania sia un popolo di astemi, ma i consumi di birra stanno diminuendo quasi ininterrottamente dal 1993, anno di inizio delle rilevazioni. E nel 2017, secondo l’Associazione Birrai nazionale, le vendite sono state pari al minimo storico di 93,5 milioni di ettolitri, il 2,5% in meno dell’anno precedente. Di queste, l’82,6% sono avvenute in patria, il resto è stato esportato (9,7 milioni di ettolitri nel resto della UE e 6,5 milioni all’infuori della UE).

E se rispetto a 25 anni fa, le esportazioni di birra tedesca sono esplose del 135%, i consumi nazionali sono diminuiti del 17% da allora. (Leggi anche: Birra e fumo insieme: l’industria si muove per integrare la concorrenza da sballo)

Il calo si è arrestato intorno ai 107 litri a testa trincati nel 2014, anno in cui i Mondiali di Calcio in Brasile, vinti proprio dalla Germania, hanno fatto il mezzo miracolo. Nessun boom di consumi, ma quanto meno la discesa sembra essersi arrestata dai 106,6 litri pro-capite dell’anno prima, restando piatti nei due anni successivi. Una cosa simile era accaduta nel 2006, quando i consumi erano aumentati di circa l’1%, risalendo ai massimi da 5 anni. E quell’anno, proprio la Germania ospitò i mondiali, vinti dall’Italia, che eliminò la squadra di casa in semi-finale. Resta da vedere allora abbiano bevuto più i tedeschi elettrizzati dalla prospettiva della vittoria o per consolarsi della cocente delusione, oppure se abbiano contribuito in maniera decisiva i tifosi stranieri arrivati da mezzo mondo. Adesso, il presidente dei birrai tedeschi, Joerg Lehmann, confida proprio nei mondiali di calcio, stavolta in Russia, per assistere a un miglioramento delle vendite per quest’anno. E complice anche la clamorosa esclusione dell’Italia, la Nationalmannschaft gode anche di ottime probabilità di conquistare il suo quinto trofeo.

Attenzione, però, a credere che i tedeschi stiano diventando un popolo sempre meno alticcio. La stessa associazione di categoria fa notare come le statistiche risultino falsate dalla diffusione sempre più capillare negli ultimi anni delle birre aromatizzate, specie tra i giovani, che se da un lato costituisce un’eresia per la nazione dell’Oktoberfest, dall’altro rappresenta anche un’opportunità di crescita per il futuro. Per il resto, vero è che i consumi starebbero cambiando anche per ragioni demografiche. La popolazione tedesca invecchia e gli anziani sono portati a bere meno, così come i giovani di oggi non avrebbero nel sangue tanto luppolo come le vecchie generazioni.

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