Nuovo spunto di riflessione sulla crisi economica che attanaglia l’Italia. Markit Economics diffonde dati preoccupanti per quanto riguarda le prospettive del settore dei servizi, che, ricordiamo, contribuisce per un 70% al nostro Pil. L’indice Pmi, elaborato da Markit sulla base di un’indagine condotta tra i direttori di acquisto delle imprese attive nel settore terziario, a gennaio è risultato pari a 43,9 in decisa flessione rispetto ai 45,6 di dicembre. Il dato di gennaio rappresenta il ventesimo mese consecutivo di contrazione delle attività del terziario, con l’indice ben al di sotto del valore soglia di 50 punti.

La rilevazione sorprenderà il mercato visto che il consensus registrato da Reuters attendeva un lieve miglioramento a 45,8 punti. A preoccupare gli analisti è l’impatto sull’occupazione della discesa del settore dei servizi. Infatti il sottoindice relativo all’occupazione è sceso a 41,9 da 43,7 mostrando la riduzione più intensa da quando viene effettuata l’indagine (1998), tanto che Markit stima che a gennaio la percentuale dei senza lavoro in Italia toccherà un nuovo record.

I dati europei

Guardando al contesto europeo, nell’Eurozona nel mese di gennaio l’indice e’ salito a 48,6 punti dai 47,8 punti di dicembre, facendo meglio delle attese degli analisti che prevedevano un progresso a 48,3 punti. Settore terziario in espansione in Germania, con l’indice che e’ salito a 55,7 punti dai 52 punti di dicembre, facendo meglio delle attese, che erano per un rialzo a 55,3 punti. Indicazioni negative dalla Francia, dove si è verificato un calo in linea alle attese: da 45,2 a 43,6 punti. Per quanto riguarda l’indice Pmi composito dell’Europa a 17, a gennaio  e’ salito a 48,6 punti dai 47,2 di dicembre, a fronte di una attesa si 48,2 punti.