Il prossimo 1 ottobre 2021 entrerà in vigore nel Venezuela il bolivar digitale. La decisione è stata annunciata dalla banca centrale, la quale ha reso noto che le nuove banconote avranno sei zeri in meno. I tagli di nuova emissione saranno di 5, 10, 20, 50 e 100 bolivares. Sarà disponibile anche la banconota da 1 bolivar.

Dunque, 1 milione di bolivares di oggi saranno tra meno di due mesi 1 bolivar. Non è la prima volta che il Venezuela adotta una decisione del genere. Solamente nell’agosto del 2018, la banca centrale aveva eliminato cinque zeri.

E nel 2008, quando ancora alla guida del governo c’era il presidente Hugo Chavez, di zeri ne erano stati tolti tre. Dunque, siamo a quattordici zeri in meno in tredici anni.

Quello che sta accadendo è noto. L’iperinflazione ha divorato il valore del bolivar. Ancora nel 2020, la crescita annuale dei prezzi fu del 2.355%. Negli ultimi mesi, torna ad accelerare: +2.720% a maggio. Significa che nei dodici mesi i prezzi sono aumentati di oltre 28 volte. Per comprare una confezione di acqua da 5 litri, ad esempio, ormai servono 7,4 milioni di bolivares. Del resto, possono sembrare tanti, ma al tasso di cambio vigente al mercato nero, fanno appena 1,80 dollari.

Bolivar senza valore nel Venezuela

Un dollaro scambia contro 4,1 milioni di bolivares. Tenendo conto i cinque zeri eliminati tre anni fa, corrisponde a 410 miliardi dei vecchi bolivares. Questo vi dà l’idea di quanto la moneta domestica sia diventata del tutto carta straccia, tanto che viene utilizzata per scopi ornamentali, tra l’altro anche per creare borse da donna.

Il paradosso del Venezuela odierno è che questa iperinflazione è stata scatenata dall’enorme liquidità iniettata dalla banca centrale nel sistema economico, eppure di contante in circolazione ce n’è fin troppo poco. Ormai, chi può paga in dollari. Non ha senso portarsi dietro intere casse da frutta piene di bolivares per pagare anche solo un caffè.

Sempre più utilizzate le carte bancomat e di credito agganciate ai conti correnti.

Ma l’accesso ai dollari è roba per pochi fortunati. E’ per questa ragione che il tasso di cambio non smette di crollare. La mancata fiducia nella moneta spinge i venezuelani a sbarazzarsene il prima possibile. E con il tracollo della produzione di petrolio, sostanzialmente unico bene esportato dal paese andino, l’ingresso dei dollari di fatto è nullo. Sembra che non saranno gli ultimi zeri che Caracas toglierà ai bolivares.

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