Con il prossimo avvio del reddito di cittadinanza si parla molto di lavoro, di centri per l’impiego e della possibilità di trovare occupazione per la folta platea di disoccupati. Secondo il sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal, sarebbero disponibili milioni di posti per giovani ma 1 su 3 è introvabile.

Quali sono le figure più difficili da reperire?

Secondo l’indagine, tra le figure più difficili da trovare, figurano fabbri, saldatori, matematici, tecnici informatici, ingegneri e figure legate al settore bancario.

A resistere sono moda, metallurgia, meccatronica, chimica – farmaceutica  e turismo mentre l’agroalimentare sembra in flessione. Secondo lo studio ci sarebbero 1,2 milioni di nuovi assunti fino al mese di marzo ma con difficoltà a reperire alcune figure. Come riporta Il Sole 24 Ore, “rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, si registra una flessione delle entrate previste (-49.510 rispetto a gennaio 2018 e -58.620 rispetto al trimestre gennaio-marzo 2018)”. Da ciò emerge un quadro macroeconomico incerto legato anche agli scenari economici internazionali: la Brexit, le esportazioni e il loro andamento, i dazi, gli investimenti etc.

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Come cambia il mercato del lavoro

Le imprese cambiano la modalità di assunzione. Cercano sempre di più professioni di elevata specializzazione, tecnici, operai specializzati mentre calano le ricerche per professioni non qualificate e  impiegatizie, commerciali e nei servizi. Da qui la conferma di profili introvabili: le imprese cercano e offrono lavoro ma un profilo su tre non è di facile reperimento. Una difficoltà arrivata al 6% in più rispetto ai dati precedenti. In particolare si trovano in maniera più difficoltosa gli specialisti in campo scientifico, i tecnici in campo ingegneristico ma anche i fabbri, per cui più della metà delle assunzioni sono introvabili. Di difficile reperimento anche gli specialisti in scienze gestionali, commerciali e bancarie ma anche i saldatori, i matematici, i tecnici della distribuzione commerciale, gli ingegneri, gli esperti in attività finanziarie e via dicendo.

Interessante notare come mentre questi dati sembrano confermare che il lavoro c’è, aumenta il tasso di disoccupazione in Italia, anche se gli ultimi dati hanno posto l’attenzione su una leggera frenata ma solo perché sono aumentati gli inattivi. A questa folta platea bisogna aggiungere i Neet, giovani che non studiano e non lavorano. Rimane quindi importante il vuoto tra chi cerca lavoro e chi lo offre.

A livello territoriale, il Nord Ovest rimane la zona in cui si sono effettuate più assunzioni a gennaio. In aumento anche le assunzioni nel Centro, +0,6 punti, mentre ha perso lo -0,7% il Nord Est. Rimane critica la situazione al Sud e Isole, -1,4 punti.

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