Tempi duri per le materie prime, i cui prezzi toccano scendono nei pressi dei minimi dal 1999, segnando un calo del 9% su base mensile e del 21,5% dall’inizio dell’anno. A trascinare al ribasso le quotazioni delle commodities contribuiscono oggi il petrolio e l’oro. Il primo risente negativamente dei timori sul persistente eccesso di offerta, specie dopo che le stragi di matrice islamista a Parigi hanno incrementato i dubbi sulla ripresa delle principali economie del pianeta. Il Brent costa al momento 43,73 dollari al barile, mentre il Wti americano si ferma a 40,93 dollari.

Le scorte di greggio negli USA sono attese in aumento al termine della scorsa settimana per l’ottava volta di fila, segno che la produzione resta elevata, nonostante i bassi prezzi e la chiusura di oltre la metà dei siti estrattivi americani. L’oro a sua volta registra un calo sui dati dell’inflazione USA a ottobre, in lieve accelerazione dal mese precedente, che avvicina la prospettiva di un rialzo dei tassi USA da parte della Federal Reserve. La prospettiva di un dollaro più forte e di rendimenti sul mercato dei bond più alti lasciano prevedere, infatti, una minore domanda del metallo, che si attesta ora a 1.078 dollari l’oncia sul Comex, perdendo 5,60 dollari rispetto alla chiusura di ieri e segnando un calo di ben l’8% in appena un mese.

Prezzo cacao si salva da crisi commodities

Ma non tutto è nero anche sul mercato delle materie prime. Dall’inizio dell’anno ha guadagnato più del 15% il cacao, che contrariamente ad altre commodities, registra una domanda superiore all’offerta, conseguenza dei disinvestimenti realizzati negli anni passati dalle società agricole, in favore di alimenti più redditizi, come l’olio di palma. Invece, si stima adesso che nell’ultimo trimestre di quest’anno vi sia una produzione di 150 mila tonnellate più bassa rispetto ai consumi.

Per questo, il cacao si accinge a registrare il quarto anno di crescita consecutiva dei prezzi, salendo ai massimi dall’aprile del 2011. Il 70% della produzione mondiale si concentra in Africa, mentre l’offerta è quasi azzerata in Asia, dove starebbero, però, per materializzarsi nuovi investimenti nel settore, rispondendo così all’eccesso di domanda. (E nel corso della seduta del 20 novembre, il cacao ha toccato il prezzo più alto degli ultimi 4 anni a 3.420 dollari per tonnellate per le consegne a marzo, registrando un aumento del 17% dall’inizio dell’anno. Pesano le preoccupazioni per la siccità in corso nell’Africa Occidentale, a seguito del passaggio di El Nino, che starebbe riducendo le spedizioni dai porti della Costa d’Avorio).