Ieri, il real brasiliano aveva toccato un nuovo minimo storico a un cambio di 4,24 contro il dollaro, allarmando la banca centrale, che è intervenuta offrendo alle banche del Brasile contratti, equivalenti alla vendita di dollari. Il governatore Alexandre Tombini ha tenuto un discorso inatteso, annunciando che potrebbe utilizzare parte delle riserve, pari a 371 miliardi di dollari, per difendere il cambio e spiegando che queste esistono per tale motivo. La bufera sembra essere rientrata dal picco delle scorse ore, tanto che il cambio ha chiuso ieri a 3,99 e oggi il real consolida i guadagni, attestandosi al momento a 3,93, ossia recuperando il 7% dal record minimo toccato nella precedente seduta.

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Intervento banca centrale non fermerà la speculazione

Ma l’uso delle riserve, se avvenisse, non sarebbe certo un segnale di forza per il paese. E’ vero che possono essere impiegate per la difesa del cambio, ma il Brasile è sotto attacco speculativo e se Tombini attingesse ai 371 miliardi disponibili ammetterebbe che la situazione sarebbe così grave da necessitare un intervento straordinario dell’istituto. E non è nemmeno detto che basti. Nel tentativo di rasserenare gli animi, partecipando a un evento a San Paolo, il ministro delle Finanze, Joaquim Levy, ha dichiarato ieri che l’economia brasiliana sarebbe già sulla strada per riequilibrarsi e che le misure adottate dal governo inizierebbero a dare i loro frutti, anche se non sono ancora avvertibili. Levy ha spiegato che serve intervenire sulla spesa sociale, interrogandosi su quale riesca a raggiungere lo scopo di una più equa distribuzione del reddito e quale no, chiarendo che il governo ha individuato la necessità di ridurre le indennità per malattia, che in Brasile sarebbero più elevate che in altri paesi.   APPROFONDISCI – https://www.investireoggi.it/economia/il-brasile-vara-tagli-alla-spesa-e-aumenti-di-tasse-per-17-miliardi/  

Indicatori macro negativi

Levy è in carica dall’inizio dell’anno ed fu già alla guida delle finanze statali tra il 2006 e il 2009, sotto la presidenza Lula.

Banchiere e di impronta conservatrice, la presidente Dilma Rousseff lo ha voluto al posto di Guido Mantega per mettere ordine al bilancio pubblico, gravato quest’anno da un deficit all’8% del pil. In agosto,  la disoccupazione risultava stabile al 7,6%, ma per quanto ancora non elevata, è pur sempre il doppio di quella di appena un anno fa. L’inflazione si dirige verso il 10% e la banca centrale stima per il 2015 un calo del pil del 2,7%, più del 2,4% atteso dal governo. Su base annua, il real ha perso oltre il 37% contro il dollaro e il deprezzamento impedisce una discesa dell’inflazione, nonostante i tassi siano stati alzati al 14,25% dopo 2 anni e mezzo di stretta monetaria.   APPROFONDISCI – https://www.investireoggi.it/economia/brasile-in-recessione-anche-lanno-prossimo-le-previsioni-cupe-dei-mercati/