Da domani dovrebbe debuttare il bonus vacanze, che consentirà a molti italiani di andare in giro per l’Italia a spese dello stato. A seconda del numero dei componenti il nucleo familiare, l’incentivo potrà arrivare a 500 euro e sarà pari all’80% della spesa complessivamente sostenuta. Per la misura, il governo Conte ha destinato un massimo di 2,4 miliardi di euro. A conti fatti, potrebbero andare in vacanza circa 5 milioni di famiglie utilizzando questo bonus. Ma non sarà per tutti: l’ISEE non dovrà superare i 40.000 euro annui, sebbene bisognerà verificare cosa prevederà sul punto, così come sugli altri, il Dl “Rilancio” dopo la votazione in Parlamento di oggi degli emendamenti presentati.

Il bonus vacanze è stato studiato dall’esecutivo per offrire un sostegno al turismo italiano, il settore più colpito dalla pandemia, con 31 milioni di visitatori stranieri in meno attesi per quest’anno, oltre che per i maggiori costi sostenuti per far fronte alle misure di distanziamento sociale, come nel caso degli ombrelloni nei lidi e dei tavoli nei ristoranti. Poiché dovremo far leva quasi essenzialmente sulle nostre forze, bisognerà rinvigorire il mercato domestico.

Bonus vacanze, l’app IO per fare richiesta e bonusvacanze.app per scegliere il luogo

Un messaggio devastante per i cittadini

Siamo sicuri che il bonus vacanze sia lo strumento idoneo per raggiungere l’obiettivo? Un sondaggio di Noto per Il Sole 24 Ore ha trovato ieri che il 58% degli intervistati ritiene che non andrà in vacanza questa estate per problemi economici, ma anche per le preoccupazioni relative alle situazione sanitaria. E’ evidente che le famiglie che con maggiori probabilità rimarranno a casa a luglio e agosto saranno quelle con redditi medio-bassi, i più incentivati dal bonus per via dell’ISEE. Ma può un bonus rendere appetibile una vacanza, quando al momento le famiglie guardano con preoccupazione alla propria condizione finanziaria?

Il messaggio che sta passando è a dir poco allarmante, cioè che si possa andare in ferie a spese dello stato.

Questo, in un’Italia che fino a poche settimane fa invocava il ritorno al lavoro per riuscire a sbarcare il lunario, dato che di sola cassa integrazione e bonus 600 euro non si va troppo lontano. Come si può concepire di mandare in vacanza un Paese, in cui si stima che almeno 5 milioni di lavoratori siano rimasti a casa in piena emergenza Coronavirus? E’ etico pensare che, mentre molte famiglie hanno dovuto sospendere le rate del mutuo, rinviare il pagamento di imposte e bollette, al contempo le si offra il modo di farsi le ferie per alcuni giorni a carico dei contribuenti?

Non a caso, nei giorni scorsi la misura è stata oggetto di stigmatizzazione all’estero, con il cancelliere austriaco Sebastian Kurz a lamentare di non poter spiegare ai suoi cittadini di inviare aiuti a fondo perduto all’Italia, tramite il famoso “Recovery Fund”, quando a Roma il governo sta indebitandosi per mandare il Paese in vacanza. Al netto dei pregiudizi anti-italiani esistenti in giro per l’Europa, non gli si può dare torto. Il rilancio del turismo non passa con una misura una tantum e a debito, quanto creando le condizioni per far consumare le famiglie, le quali nel trimestre marzo-maggio hanno incrementato i loro depositi in banca di circa 57 miliardi di euro, segno che, oltre a disinvestire, starebbero riducendo i consumi.

Rischio flop per il bonus vacanze

Fino a maggio, è naturale che fosse così, data l’impossibilità fisica di acquistare beni non primari, essendo stati i negozi chiusi. Ma in queste settimane post-lockdown il ritorno alla normalità è impedito da un mix di paura e incertezze tra le famiglie, che guardano con terrore all’autunno, quando probabilmente inizierà ad arrivare il conto da pagare delle spese massicce effettuate a debito dallo stato in questi mesi e magari mentre una seconda ondata di contagi impedirà a questo e quel comparto dell’economia di produrre e lavorare a pieno regime.

Misure come il bonus vacanze paradossalmente starebbero rivelandosi un boomerang, offrendo l’immagine di una spesa pubblica incontrollata e mal gestita.

In generale, il bonus vacanze è sintomatico di un’Italia dello scaricabarile e dell’assenza di programmazione. Chissà quante famiglie saranno incentivate ad approfittarne, anziché cercare di migliorare la propria condizione economica immediata dedicandosi al lavoro. Perché di tutto possiamo discutere, tranne sul fatto che sia etico mandare in vacanza un Paese che lo è stato, pur forzatamente, per diverse settimane e che per questo si è trovato nell’impossibilità materiale di onorare le scadenze, tra cui quelle nei riguardi dello stesso stato, oltre che del sistema bancario e altri soggetti privati. Credete che il padrone di casa rimasto a bocca asciutta con l’affitto accetti passivamente di vedere partire in allegria gli inquilini morosi grazie al governo o tutto questo non porti le categorie produttive ad estraniarsi ancora di più da istituzioni che sembrano vivere su un’altra dimensione?

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