E’ stato il lunedì nero per le borse europee, ieri. La borsa italiana ha chiuso con un calo del 4% per il suo indice principale, l’FTSE MIB. In una sola seduta, Piazza Affari ha perso 40 miliardi di euro, portando il bilancio da inizio anno a -48 miliardi. La sua capitalizzazione risulta scesa così sotto 710 miliardi. Le perdite sono state sostanzialmente in linea con quelle accusate da Francoforte e Parigi. Invece, clamorosa è stata la rimonta di Wall Street, con l’S&P 500 che a metà seduta perdeva poco meno del 4% e che a fine giornata riusciva a chiudere a +0,28%.

Si è trattato della maggiore inversione di tendenza “intraday” sin dal 1962.

Quali sono state le cause di questo tracollo? Anzitutto, i venti di guerra. L’invasione russa dell’Ucraina sarebbe questione di giorni e gli USA hanno già rafforzato la loro presenza militare nell’Europa orientale, inviando altre 8.500 truppe. La tensione tra Mosca e Washington è alle stelle e il Vecchio Continente rischia una gelata della propria economia nel bel mezzo di un rimbalzo del PIL post-pandemia. Essendo dipendente dal gas russo, eventuali sanzioni e contro-sanzioni legate alla crisi ucraina farebbero esplodere ulteriormente i prezzi dell’energia.

Borsa italiana giù anche per tassi e Draghi

C’è anche il fattore tassi. La Federal Reserve si riunisce oggi e domani per decidere le sue prossime mosse di politica monetaria. I mercati finanziari temono che la stretta negli USA sia più veloce di quanto sinora scontato. L’inflazione americana a dicembre è salita al 7%, livello massimo dal 1982. Ad oggi, i rialzi dei tassi previsti sono 3-4 per quest’anno, vale a dire che il costo del denaro salirebbe all’1-1,25%.

Infine, ci sono peculiarità tutte italiane nel crollo di ieri della borsa italiana, pur molto probabilmente marginali. Le votazioni per eleggere il nuovo presidente della Repubblica si sono aperte ieri e il primo scrutinio è andato a vuoto.

Su Mario Draghi al Colle manca ancora un accordo tra i partiti che sorreggono il suo governo. Anzi, il problema risiede proprio nella figura che dovrebbe guidare quest’ultimo nel caso in cui il premier si trasferisca al Quirinale. I mercati sono tesi per entrambe le ragioni: ce la farà Draghi a farsi eleggere? E cosa accadrà all’esecutivo subito dopo?

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