Nella mattinata di oggi, i rendimenti dei Bund tedeschi a 10 anni  sono cresciuti di 2 punti base allo 0,86-0,87%, dopo che i titoli di stato tedeschi hanno vissuto la settimana peggiore dal 1998, avendo perso nelle 5 delle ultime 6 sedute. I rendimenti erano arrivato all’1% nel corso della scorsa settimana, salvo ripiegare a fine seduta. Resta il fatto che il 17 aprile scorso, il decennale tedesco rendeva appena lo 0,07% (con un minimo intraday dello 0,049%), mentre oggi ne vale 12 volte tanto. Se si considera che rispetto all’apice, il DAX, il principale listino della Borsa di Francoforte, ha perso il 10% e oggi si attesta ai  minimi degli ultimi 3 mesi, si capisce molto bene come qualcosa stia andando storto per la finanza tedesca.

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Migliora economia Germania ed Eurozona, ma salgono rendimenti sovrani

Eppure, stamane Berlino ha pubblicato dati positivi sull’andamento della sua economia. La produzione industriale in aprile è cresciuta dello 0,9% rispetto a marzo e dell’1,4% su base annua. Le stime erano per una variazione congiunturale del +0,6%. Nonostante ciò, i rendimenti dei bond sovrani tedeschi hanno continuato a salire, quando in questi anni di crisi del debito abbiamo assistito, in genere, all’esatto contrario. Il fenomeno non dovrebbe stupire, perché è lo stesso che abbiamo riscontrato negli ultimi tempi con riguardo all’America. In genere, infatti, indicando il livello dei rendimenti il rischio sovrano, al miglioramento dei fondamentali economici del paese tende a corrispondere una crescita dei prezzi dei bond, ovvero un calo dei rendimenti.   APPROFONDISCI – Quantitative easing, la scommessa di Gross contro i Bund e le alternative di Draghi   Tuttavia, gli stimoli monetari della BCE degli ultimi mesi e il ruolo di titoli-rifugio, svolto dai Bund dallo scoppio della crisi finanziaria del 2008, hanno fatto sì che i rendimenti tedeschi siano precipitati in prossimità dello zero per le scadenze medio-lunghe e in territorio negativo per quelle medio-brevi.

Ha contribuito a questa rapida discesa anche la deflazione in Germania e nel resto dell’Eurozona, consistente nel calo tendenziale dei prezzi, che ha aumentato il rendimento reale offerto nominalmente dai bond. Ora, che la ripresa dell’economia nell’Eurozona pare attecchire e che anche i prezzi sono in ripresa, gli investitori iniziano a sbarazzarsi dei Bund, sia perché si sono allentati i timori sulla crisi del debito nell’unione monetaria, sia perché il ritorno atteso dell’inflazione rende meno conveniente il possesso di bond con rendimenti così bassi. Da qui, la fuga di queste ultime settimane. La stabilità dello spread BTp-Bund in area 130-140 punti base conferma, però, che i titoli tedeschi sono considerati relativamente preferibili rispetto a quello italiani, così come del resto della periferia dell’Eurozona. In sostanza, la fuga dai Bund non si sta traducendo in maggiori acquisti dei bond italiani o spagnoli. Tant’è che i rendimenti di questi si attestano intorno o sopra il 2,20% per la scadenza decennale, il doppio di appena 3 mesi fa.   APPROFONDISCI – Spread BTp-Bund stabile, ma i rendimenti decennali a +35 bp in 7 giorni