L’organismo di ricerca indipendente Brand Finance, conosciuto per essere uno dei leader mondiali nella valutazione della forza dei marchi aziendali, ha presentato la classifica dei marchi più forti. Al primo posto WeChat, l’applicazione di messaggistica istantanea cinese che nel corso dell’ultimo anno è riuscita a superare il marchio Ferrari. La casa di Maranello può comunque consolarsi, visto che la percezione del suo brand nel mondo è ancora altissima nonostante non vinca il Mondiale di Formula 1 da tanti anni, complice il dominio Red Bull e Mercedes poi.

Terzo posto per Sberbank, la più grande banca della Russia e dell’Europa orientale, la cui sede è a Mosca.

La top 10 dei marchi più forti secondo l’ultimo report di Brand Finance

In quinta posizione c’è Jio, società di telecomunicazioni indiana, che al suo debutto nella classifica di Brand Finance parte subito fortissimo mettendosi alle spalle di Coca-Cola, che quest’anno ha recuperato ben sei posizioni in graduatoria. Scende invece di cinque posti la società Deloitte, specializzata nei servizi di consulenza e revisione. La classifica continua con Lego, che si issa fino al settimo posto, scalando ben 11 posizioni rispetto allo scorso anno: la società danese ha guadagnato un punteggio pari a 90.2, entrando così nel GOTA dei marchi internazionali.

 

Alle sue spalle figura Amazon: se si esclude Jio, new entry assoluta rispetto alla classifica dello scorso anno redatta da Brand Finance, la società di Jeff Bezos è quella che vanta la maggiore crescita in assoluto fra le aziende in top 10, con 14 posizioni guadagnate. Amazon ha scavalcato anche gli americani di Disney, che invece hanno lasciato qualcosa indietro rispetto al precedente anno, con una flessione di due posti nella graduatoria. Chiude al decimo posto EY (Ernst & Young), specializzata in servizi di fiscalità e revisione contabile.

La classifica dei 10 marchi più forti secondo Brand Finance

WeChat
Ferrari
Sber
Coca-Cola
Jio
Deloitte
Lego
Amazon
Disney
EY

Vedi anche: Coronavirus e grandi marchi in crisi: da Hertz a Zara, i brand ‘vittime’ del covid

[email protected]