Non c’è pace per la catena di abbigliamento low cost H&M, che già durante e dopo il lockdown aveva comunicato l’intenzione di chiudere svariati negozi in Europa a causa della crisi scatenata dal coronavirus e non solo. Nelle ultime ore, l’azienda è stata accusata dal garante della protezione dei dati di Amburgo, di aver spiato centinaia di dipendenti nella filiale tedesca di Norimberga e per questo il colosso è stato multato di 35,3 milioni di euro per la violazione della legge sulla privacy.

 

H&M dovrà pagare una multa milionaria

Le accuse contro il colosso sono gravi. Secondo le autorità tedesche, H&M avrebbe raccolto e conservato delle informazioni sulla vita privata di alcuni dipendenti, informazioni che sarebbero state raccolte già dal 2014 e riferite a problemi familiari, salute, religione, fino a dettagli privati di poco conto. In questo modo, i supervisori avevano potuto carpire dettagli personali sui dipendenti, anche tramite conversazioni. La commissione per la protezione dei dati di Amburgo, quindi, ha deciso di multare il colosso svedese: 

 «L’importo della multa inflitta è adeguato e adatto a dissuadere le aziende dal violare la privacy dei loro dipendenti» ha detto il commissario Johannes Caspar.

Le scuse della società e la chiusura dei negozi

In seguito a questi fatti la società ad azionariato diffuso proprietaria del marchio, Hennes & Mauritz Ab, con un comunicato, ha fatto sapere che: “L’incidente ha rivelato pratiche per il trattamento dei dati personali dei dipendenti che non sono in linea con il regolamento e le istruzioni di H&M”. L’azienda si è scusata con i dipendenti e ha promesso un risarcimento adeguato.

Da poco, inoltre, il colosso svedese aveva annunciato di voler chiudere 250 negozi nel 2021, mentre 166 filiali sono ancora chiuse a causa del lockdown e delle varie restrizioni nel mondo. Nonostante una ripresa delle vendite, con ricavi diminuiti solo del 5%, per ora non c’è modo di evitare le chiusure.

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