Il tour in Giappone dell’ex governatore della Federal Reserve, Ben Bernanke, è stata l’occasione per fare il punto sull’Abenomics, il complesso di misure di politica economica del premier Shinzo Abe, che a distanza di oltre tre anni non è riuscito a portare l’economia fuori dalle secche della stagnazione e della deflazione strisciante ventennali. A complicare i piani del governo c’è l’apprezzamento dello yen, che quest’anno ha già guadagnato il 12% contro il dollaro, ma fino a qualche seduta addietro risultava rafforzato del 16,5%.

Bernanke ha incontrato, in particolare, i due principali consiglieri economici di Abe, Etsuro Honda e Koichi Hamada, la cui influenza nel governo sta crescendo visibilmente negli ultimi tempi. Stando a quanto riferito dai diretti interessati, non si sarebbe parlato di “helicopter money”, almeno non nella forma tradizionale in cui siamo abituati a sentirne parlare da alcuni mesi.

Debito Giappone non sarà rimborsato letteralmente

Oltre ai due, Bernanke ha incontrato anche lo stesso premier e il governatore della Bank of Japan, Haruhiko Kuroda. E dai colloqui tenuti è emersa la proposta dell’americano di un bond perpetuo. In pratica, l’ex banchiere centrale USA ha suggerito al governo nipponico di emettere un bond perpetuo, ovvero senza scadenza e non prezzabile sul mercato, che potrebbe essere acquistato proprio dalla banca centrale. In questo modo, la spesa pubblica sarebbe direttamente finanziata dall’istituto e la monetizzazione potrebbe essere in grado di spingere il Giappone fuori dalla deflazione.

E un ex capo dell’authority finanziaria britannica, Adair Turner, con riferimento proprio al debito del Giappone, ha reso dichiarazioni assai interessanti, sostenendo che il mercato dovrebbe capire che “non tutto il debito dovrà essere ripagato, dal momento che parte di esso potrà essere monetizzato permanentemente dalla Bank of Japan”.

 

 

 

Si va verso monetizzazione debito, non solo in Giappone

Attenzione, Turner non accenna a un default, bensì al fatto che molto probabilmente il governo di Tokyo non rimborserà il debito nel senso letterale del termine, ovvero semplicemente lo scaricherà sulla banca centrale, attraverso una palese forma di monetizzazione.

E se il ragionamento viene fatto per il Giappone, possiamo credere che non sia possibile applicarlo anche all’Eurozona o a agli USA? Nel caso della BCE, sappiamo che lo statuto vieterebbe la monetizzazione del debito o il finanziamento diretto dei governi. Alzi la mano, però, quanti di noi credano che l’istituto rispetterà alla lettera tali previsioni, quando ad oggi il governatore Mario Draghi ha ampiamente dimostrato di interpretarlo con molta flessibilità, ponendo quale principio massimo la tutela dell’euro e della stabilità finanziaria dell’unione monetaria.

Così come sembrava inconcepibile l’adozione di un QE all’americana da noi, salvo esserci ugualmente imbarcati in questo esperimento di politica monetaria, presto sarà sfatato anche il tabù della monetizzazione del debito. La BoJ potrebbe essere la prima a fare il test, aprendo la strada anche alla Fed e alla BCE. I governi di USA e dell’Eurozona non si faranno certamente pregare per emettere bond da collocare alle rispettive banche centrali. Sarà l’helicopter money, chiamato molto probabilmente con termini diversi.