Beppe Grillo spara a zero contro la RAI, commentando sul suo blog un bilancio che definisce “umoristico”. Dopo la rivelazione delle Happy Five da parte di Roberto Fico, ovvero le cinque società che traggono più benefici (economici, s’intende) da Piazza Mazzini. Ma prima di vedere cosa dice Grillo a proposito del bilancio umoristico della RAI, facciamo un utile passo indietro, a 1 anno fa precisamente, quando è stato diffuso il bilancio semestrale della società.   LEGGI ANCHE Fiction Rai a peso d’oro, 1 miliardo alle “aziende dei figli di”  

Bilancio RAI 2012 peggiore delle stime

Nel settembre del 2012, infatti, la RAI non se la passava affatto bene: i primi 6 mesi dello scorso anno rivelavano perdite per 129 milioni di euro, raggiungendo una stima complessiva di un buco da 200 milioni di euro entro fine 2012, che in realtà è poi salito a 244 milioni di euro.

Le maggiori perdite sono state provocate dal crollo della pubblicità, dall’acquisto dei diritti tv per i Campionati Europei di calcio e le Olimpiadi: perdite che non riuscirono a venire compensate dall’aumento degli introiti derivanti dal canone. Insomma, i ricavi 2012 della RAI hanno fatto il botto, calando di 211,8 milioni rispetto al 2011. Nonostante questo, il servizio pubblico continuava a mantenere il primato di share, con una media stabile al 39,8%, distanziando Mediaset di 6 punti percentuali.  

Bilancio RAI: 1 sola pagina al web

Beppe Grillo ha analizzato il bilancio RAI (di 283 pagine) affermando al contempo che “c’è scritto tutto e non c’è scritto nulla”. Quello che trapela può tuttavia anticipare il futuro dell’azienda, secondo l’ex comico. Che peraltro ci informa che “al web è dedicata una sola pagina, la 47” e denuncia di conseguenza la mancata lungimiranza di un servizio pubblico che dovrebbe più guardare al web e a ottimizzare lo streaming e il servizio on demand dei suoi contenuti.  

Rai1, Rai2, Rai3: la filosofia dei canali RAI

Grillo prosegue nel citare le descrizioni delle tre reti presenti nel bilancio, dove Rai1 viene chiamata a “consolidare la propria autorevolezza” anche nello “sperimentare nuovi prodotti e linguaggi”; Rai2 viene invece definito “come il più digitale dei canali RAI” oltre che fautoredi una “proposta innovativa”.

Rai3, infine, consente di “discutere le diverse opinioni” e viene considerato “un luogo di divulgazione culturale e scientifica, di intrattenimento colto”.  

Bilancio RAI 2012: le ragioni di un buco enorme

Dati interessanti si trovano invece sulla “Sintesi economico-patrimoniale finanziaria“, dove si scopre che in un anno di recessione, “il personale in organico al 31 dicembre 2012 risulta composto da 10.476 unità, con un incremento di 280 unità rispetto al 31 dicembre 2011″. Grillo informa che “nel personale sono presenti 579 dirigenti e assimilati, uno ogni 18 dipendenti. La RAI dispone di 1.373 giornalisti. Uno squadrone”. Però i conti non tornano, anche se le risorse ci sono (e i numeri parlano chiaro): infatti, “molti suoi professionisti sono sotto utilizzati o ridotti a passacarte”. Altri dati interessanti vengono riportati dalla sezione “Conto Economico e i Costi della Produzione“, dove Grillo commenta. “Un’azienda che incassa 2.683,991 milioni, con un organico di 10.476 dipendenti per un costo 922 mil., spende ‘per consumi di beni e servizi esterni1.612,6 milioni“. Ovvero, il 60% dei ricavi. Ed ecco gli interrogativi di Grillo, che denuncia un’attività gestionale del servizio pubblico scandalosa: A chi sono destinati questi soldi? E perché non vengono utilizzate professionalità interne al posto di costosi e osceni format esterni? Nel bilancio mancano i nomi delle società che incassano 1.612,6 milioni di euro da una società pubblica. I cittadini hanno il diritti di conoscerli”.   TI POTREBBE INTERESSARE Tutti contro il canone RAI, anche Bruxelles: si va verso l’abolizione?   E secondo voi da cosa dipende l’enorme buco di bilancio della RAI e perché non viene effettuata una più corretta gestione? Di fronte a questi numeri, a quale futuro andrà incontro il nostro “Servizio Pubblico”?