Torna a parlare l’ex governatore della Federal Reserve, Alan Greenspan, rimasto in carica per ben 18 anni, tra il 1987 e il 2006. Oggi ha 88 anni e il suo nome è caduto quasi nel dimenticatoio, considerato tra le cause dello scoppio della violenta crisi finanziaria negli USA nel 2008. Intervistato dal quotidiano finanziario MarketWatch,  Greenspan ha risposto alla domanda del giornalista su quale sia la sfida più grande che ha oggi la Fed, sostenendo che si tratti della necessità di ridurre il suo enorme bilancio, senza provocare un crollo dei mercati e impattare negativamente sull’economia.

A tale riguardo, l’ex governatore invita a ricordare cosa successe oltre un anno fa, quando il suo successore Ben Bernanke annunciò che ci sarebbe stata una riduzione graduale degli stimoli monetari entro l’anno, il cosiddetto “tapering”. I mercati si mostrano sempre molto sensibili agli annunci della Fed, spiega, ma avverte che le bolle non sarebbero facili da gestire e sbaglia quella banca centrale che pensa di poterne evitare lo scoppio, una volta che una bolla si è formata sui mercati.   APPROFONDISCI – La profezia di Roubini: la Fed farà scoppiare una grande bolla del credito   Le bolle, continua, farebbero parte della natura umana. “Non ne ho le prove”, spiega Greenspan, che ritiene, tuttavia, che sia così. Ma l’ex numero uno della banca centrale americana ha un’idea diversa sullo stato delle cose: il problema non sarebbe lo scoppio della bolla in sé, perché questo è capitato anche altre volte, come nel 1987, quando il Dow Jones Industrial Average crollo del 23%. Ma in pochi ricordano quella crisi, aggiunge, perché non ebbe effetti sull’economia reale. La vera differenza tra lo scoppio di una bolla e un altro, spiega Greenspan, sta nel livello di indebitamento o leverage delle istituzioni finanziarie. La crisi dei suprime del 2008 sarebbe stata così terribile, perché a differenza del 1987, gli attori della finanza avevano un livello di leverage altissimo, erano molto indebitati, similmente al 1929.
  APPROFONDISCI – Marc Faber: i mercati azionari crolleranno del 30%. E la Fed teme lo scoppio della bolla   L’uomo avverte che bisogna fare attenzione ai falsi segnali di ripresa dell’economia USA. Le cose dovrebbero andare bene nel breve periodo, ma i fondamentali dell’economia per Greenspan non sarebbero affatto positivi e cita un dato: in ciascuna delle 10 riprese dalla Seconda Guerra Mondiale, ad eccezione di quella di oggi, vi è stata una crescita delle infrastrutture superiore a quella del pil. Al contrario, il risparmio e gli investimenti in capitali sul pil si sono ridotti negli ultimi anni, a causa essenzialmente del deficit federale, che spiazza il risparmio, spiega. Per concludere, Greenspan ritiene che famiglie e imprese abbiano una paura dei mercati, come non si era avvertita nelle riprese precedenti dell’economia. A fondamento di ciò ci sarebbe la cattiva politica del governo e ammette che sulla base della sua esperienza e delle sue osservazioni, l’unico modo per evitare che una bolla si crei sia un periodo prolungato di crescita dell’economia, associata a una bassa inflazione.   APPROFONDISCI – Grantham attacca la Fed: farà scoppiare nuova bolla