Ieri, il presidente USA, Barack Obama, alla conferenza stampa dopo il G7 in Germania, ha fatto appello alle parti, affinché trovino un accordo sulla Grecia. In particolare, la Casa Bianca ha spronato il governo Tsipras ad essere “serio”, a varare un pacchetto di riforme non tanto per accontentare i creditori, quanto per sperare di tornare a crescere nel medio-lungo periodo. Tutti i leader europei hanno concentrato l’attenzione sull’urgenza, sul fatto che il tempo stia per scadere. Oggi, la BCE dovrebbe alzare per l’ennesima volta il tetto dei fondi ELA, la liquidità di emergenza erogata alle banche greche.

Tuttavia, stando alle indiscrezioni della vigilia, tale innalzamento coprirebbe solo parzialmente il deflusso dei risparmi subito dagli istituto nell’ultima settimana. In sostanza, il sistema bancario ellenico assisterebbe a un peggioramento della sua situazione della liquidità, mentre Francoforte segnalerebbe la perdita della pazienza, pur non intervenendo con azioni drastiche, come l’aumento dello sconto sul collaterale di garanzia, in modo da dare una nuova opportunità al negoziato.   APPROFONDISCI – La BCE suona l’allarme per Italia e Spagna: loro bond a rischio senza accordo in Grecia  

Tsipras spera in Frau Merkel

Domani, il premier greco Alexis Tsipras si recherà a Bruxelles, dove la cancelliera Angela Merkel e il presidente François Hollande parteciperanno a un incontro con i leader dei paesi del Sud America. Sarà l’occasione per tentare ancora una volta di tenere il filo del dialogo, dopo che ieri Frau Merkel ha voluto tendere la mano, sostenendo che la Germania lavora per tenere la Grecia nell’euro. Al Bundestag, però, le cose sono viste molto diversamente. Ieri, il colloquio tra il ministro delle Finanze, Wolfgang Schaeuble, e il collega greco Yanis Varoufakis non ha sciolto alcun nodo, mentre la confermato le distanze tra i due. Ormai, Schaeuble non fa mistero di accettare anche l’ipotesi di un’uscita della Grecia dall’euro senza un radicale cambiamento di approccio di Atene alle trattative, ribadendo che il rischio di contagio verso il resto dell’Eurozona sarebbe limitato.

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Scontro Merkel-Schaeuble

Intanto, dentro la CDU-CSU, il partito conservatore della cancelliera e dello stesso ministro, è battaglia sulla posizione da tenere verso la Grecia. Il grosso del partito sta con Schaeuble e non intenderebbe votare l’erogazione dei nuovi aiuti ad Atene, o peggio, un eventuale terzo salvataggio. La Merkel ha riunito i leader del suo partito nelle scorse settimane presso la cancelleria, nel tentativo di convincerli che una Grexit sarebbe il fallimento politico della Germania, che tanto si è spesa negli ultimi decenni per la costruzione dell’unione monetaria e per il progetto europeo. Molti dei 311 deputati della CDU-CSU chiedono che non sia la commissione di 41 membri a votare per l’erogazione dei prestiti ad Atene, se a fine mese dovesse trovarsi un’intesa in sede europea. Vogliono che sia l’aula del Bundestag a dare il via libera, dove il fronte dei contrari dentro al partito sarebbe ampio e, addirittura, lambirebbe le stesse file dei sostenitori della cancelliera, indisponibili a votare un pacchetto di aiuti senza l’impegno vincolante di Tsipras sulle riforme.   APPROFONDISCI – La Grexit divide la Germania, ecco perché la Merkel vuole tenere la Grecia nell’euro  

Voto Bundestag sugli aiuti decisivo

In dubbio non vi sarebbe il risultato della votazione. La maggioranza può contare anche sul sostegno degli alleati socialdemocratici, così come grossa parte delle opposizioni voterebbe a favore. Tuttavia, che la cancelliera sia disposta a dividere il suo partito per salvare la Grecia appare uno scenario inverosimile. Se fino alla scorsa votazione i dissidenti si sono fermati nell’ordine di una trentina di persone, adesso potrebbero essere molti, ma molti di più, anche perché persino nella sinistra tedesca c’è stanchezza per un negoziato ormai stucchevole.

Venerdì scorso, il presidente dell’Eurogruppo ed ex leader socialista europeo, il tedesco Martin Schulz, si è detto “stanco dei greci e, in particolare, del loro ministro Varoufakis”, avvertendo che se escono dall’euro, saranno con tutta probabilità cacciati anche dalla UE. Che anche una delle voci più autorevoli della socialdemocrazia tedesca assuma posizioni dure contro Atene non fa che dimostrare quanto ampio e trasversale sia il fronte dei contrari agli aiuti al Bundestag. Se le divisioni tra i conservatori non si ricomporranno, la cancelliera non avrà altra scelta che gettare la spugna e abbandonare la Grecia al suo destino. O meglio, al destino a cui il governo Tsipras l’avrebbe condannata.   APPROFONDISCI – Martin Schulz: la Grecia mi ha stancato, se esce dall’euro sarà cacciata anche dalla UE