Il prezzo del gas alla Borsa di Amsterdam è sceso sotto 40 euro per Mega-wattora nella seduta di ieri, tornando ai livelli più bassi dall’agosto del 2021. Su base annua, siamo dinnanzi ad un crollo del 60%. Rispetto al picco di 340 euro raggiunto nell’agosto del 2022, segna -88%. La fine di un inverno mite in Europa contribuisce ad abbassare la domanda, anche perché gli stoccaggi sono pieni al 56%, una percentuale nettamente superiore alla media storica del periodo. I consumi di gas in Italia sono diminuiti del 9,8% nel 2022 a 68,5 miliardi di metri cubi, -7,4 miliardi rispetto al 2021.

Nel dettaglio, le esportazioni sono triplicate a 4,5 miliardi di metri cubi (+197%) e le importazioni si sono contratte solamente di 0,21 miliardi di metri cubi (-0,3%).

I consumi di gas nel nostro Paese si sono riportati ai livelli di inizio millennio, quando le nostre estrazioni, però, si aggiravano sui 16-17 miliardi di metri cubi contro i 3,3 miliardi dell’anno scorso. La produzione nazionale è crollata nel frattempo dell’80%, vuoi per la riduzione delle scorte di gas nelle acque nazionali, vuoi anche per lo stop alle trivellazioni per ragioni perlopiù ideologiche.

Sulla base di questi dati, possiamo prevedere un forte calo dell’inflazione in Italia a partire dallo stesso mese di marzo. La prossima bolletta che pagheremo in aprile verosimilmente risulterà assai più bassa di un anno prima. Certo, la discesa sarà almeno in parte assorbita dalla fine degli aiuti statali contro il caro bollette. Questi rimarranno attivi fino al 31 marzo e probabilmente saranno prorogati in maniera più mirata per accogliere l’appello lanciato anche giovedì scorso dalla Banca Centrale Europea (BCE).

Prezzo del gas non ancora ai livelli pre-bellici

C’è da dire che due anni fa, negli stessi giorni, il prezzo del gas viaggiava a quasi il 60% in meno delle quotazioni attuali. Dunque, non siamo ancora a una completa normalizzazione delle condizioni di mercato.

Semmai, sembra alle spalle la fase dei prezzi esplosivi a seguito dell’invasione russa dell’Ucraina. La necessità di ridurre la dipendenza energetica dalla Russia ha spinto l’Europa a cercare fornitori alternativi, gran parte dei quali inviano il gas in forma liquida sulle navi. Ciò ci obbliga a puntare sui rigassificatori per riconvertire la materia prima in forma gassosa all’arrivo nei porti.

Golar Tundra è già approdata a Piombino, dove è stata autorizzata a restare per tre anni. Vanta una capacità di stoccaggio di 5 miliardi di metri cubi all’anno. Insieme ai tre rigassificatori già attivi, la capacità totale sale a 21 miliardi di metri cubi, pari a più del 30% dei consumi dello scorso anno e quasi i tre quarti delle importazioni dalla Russia prima della guerra.

Il solo costo della materia prima comporterà ai prezzi attuali un esborso medio per le famiglie italiane stimabile in circa 540 euro all’anno più IVA. Ma tenete conto che, rispetto a un anno fa, il risparmio si aggira sugli 800 euro. Insomma, ci sono gli ingredienti per un tracollo dell’inflazione, non solo in Italia chiaramente. Un trend che favorirebbe la fine della stretta sui tassi d’interesse della BCE, la quale si riunirà prossimamente agli inizi di maggio. Per allora saranno disponibili i dati definitivi sull’inflazione di marzo e provvisori di aprile.

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