L’uso della cannabis è vietato nella gran parte degli stati, compresi gli USA. Ma in California, Nevada e altri sei stati federali è consentito coltivare e fumare erba a scopo ricreativo o per ragioni mediche. E così, American Green, società che produce cannabinoidi, ha deciso di fare il salto di qualità e ha annunciato di avere acquistato un’intera cittadina per trasformarla in una sorta di La Mecca del fumo. Si tratta di Nipton, un borgo californiano al confine con il Nevada, a 3 ore di macchina da Los Angeles e ad una da Las Vegas.

I residenti stabili qui sono meno di una ventina e così per appena 5 milioni di dollari è stato possibile acquistare 120 acri di terreno, comprensivi di un negozio, un albergo di 5 camere, una scuola e bagni minerali.

American Green ha comunicato che investirà altri 2,5 milioni entro i prossimi 18 mesi, utilizzando le strutture esistenti e creandone di nuove, tutto con lo scopo di rendere la cittadina una meta turistica per gli amanti della marijuana, un luogo dove potere fumare senza restrizioni. (Leggi anche: Coltivazione piante cannabis: reato o no?)

Un affare potenzialmente miliardario

Balzo delle azioni della società, quotata al di fuori dei mercati regolamentati. All’annuncio di ieri, sono schizzate di prezzo del 40%, ma restando ben al di sotto dei massimi toccati nel 2014 e valendo il titolo molto, ma molto meno di un centesimo di dollaro, per una capitalizzazione totale inferiore ai 21 milioni di dollari.

Le potenzialità per un simile progetto vi sono, se è vero che almeno un adulto su cinque in America farebbe uso di marijuana e che il provider di servizi di investimento per le banche, Cowen & Co, stimi che il business da fumo sia stato pari a 6 miliardi di dollari nei soli USA nel 2016, destinato a schizzare a 50 miliardi entro il 2026.

Sul giro di affari pesano anche le politiche dell’amministrazione federale.

Il governo guidato da Barack Obama aveva seguito una linea tendenzialmente anti-proibizionista, stabilendo che l’uso della cannabis non potesse travalicare gli stati in cui la sua coltivazione era stata legalizzata, mentre Donald Trump è contrario all’erba e il suo ministro della Giustizia, Jeff Sessions, l’ha definita “una sostanza non salutare”. (Leggi anche: Cannabis terapeutica, attenzione ad attacco hacker)

Luogo sperduto di proprietà dei Freeman

La cittadina di Nipton è ad oggi di proprietà dei coniugi Roxanne Lang e Gerald Freeman. Quest’ultimo l’ha scoperta negli anni Cinquanta, quando era di fatto una città fantasma al centro del nulla, trattandosi di una località desertica. Lo scorso anno, i due tentarono già di venderla per 5 milioni ed è per questo che la cifra stimata per l’operazione è di questa entità, nonostante non ne siano ancora stati svelati i dettagli.

American Green, fondata nel 2009, è una società sconosciuta, almeno fino all’annuncio clamoroso delle scorse ore. Eppure, è suo il tentativo di vendere la cannabis per mezzo di distributori automatici con scanner ottico, in modo da non permetterne l’acquisto ai minori. Sua è anche la produzione di una variante di cannabis, la canapa, priva degli effetti psicotropi tipici della sostanza.

Nipton la nuova Woodstock del fumo? Già si pensa a quale nome possa assumere la destinazione, qualora realmente si trasformasse in una meta per gli amanti delle canne. L’erba è già conosciuta in America come “weed”, il cui nome deriva da una cittadina della California del nord. Si chiamerà per caso “Potsylvania”? Presto per dire se avrà successo, ma i presupposti sembrano esservi tutti. (Leggi anche: Cannabis legale in Italia, ecco cosa cambierebbe)