L’inflazione in Svizzera è scesa al 2,2% a maggio, tra le più basse al mondo in questa fase e giù dal 2,6% di aprile. Al netto di energia e generi alimentari, si è portata all’1,9% dal 2,2%, sotto il target del 2% fissato dalla Banca Nazionale Svizzera (BNS). Ciononostante, gli analisti si aspettano che a giugno l’istituto alzi un’altra volta (l’ultima?) i tassi d’interesse dello 0,50%. Attualmente, sono all’1,50%, in netto rialzo dal -0,75% a cui si trovavano un anno fa. Ad ogni modo, le prospettive per il franco svizzero si starebbero facendo positive.

Pensate che i futures di CME Group segnalano che il mercato si aspetti un cambio contro il dollaro in aumento a 1,15 da qui ad un anno. Attualmente, il cambio si attesta a 1,10.

In pratica, la valuta elvetica guadagnerebbe un altro 4,5% contro il dollaro. Della metà i guadagni attesi contro l’euro, ma sta di fatto che continuerebbe a rafforzarsi. E questo sarebbe un segnale anche per il resto dell’economia mondiale. Il fatto che, pur con tassi d’interesse così bassi, il franco svizzero sarebbe destinato ad apprezzarsi anche nei prossimi trimestri, svelerebbe il calo tendenziale dei tassi globali.

Ed è questo il succo del discorso. Le grandi banche centrali sarebbero alla conclusione del ciclo monetario restrittivo. La Federal Reserve potrebbe alzare i tassi di un altro 0,25% a luglio per l’ultima volta. La Banca Centrale Europa li dovrebbe alzare un altro paio di volte per lo 0,50% in tutto. Con l’estate arriverà l’apice per il costo del denaro nel mondo ricco. La Svizzera non farà eccezione. Probabile che a giugno porrà fine alla stretta sui tassi. Tuttavia, rispetto alle previsioni delle settimane passate il quadro si sta evolvendo favorevolmente al franco svizzero. Da una divergenza si sta andando verso una convergenza sui tassi.

Franco svizzero forte pur con tassi bassi

Per il momento, i tassi reali elvetici sono negativi solo per lo 0,3%.

Nell’Area Euro, restano negativi per il 2,35%. Già positivi negli Stati Uniti, invece, per lo 0,35%. Nel caso di aumento dei tassi dello 0,50% da parte della BNS, anche la Svizzera si porterebbe in territorio positivo e accorcerebbe le distanze con la FED. Non è questa, però, l’unica e forse grande ragione per cui il franco svizzero sia atteso in rialzo. Esso è considerato un safe asset contro le tensioni globali. E va da sé che l’eventuale taglio dei tassi arriverebbe nel mondo con ogni probabilità a seguito di una recessione economica, forse negli Stati Uniti.

C’è da dire che a marzo proprio la Svizzera fu l’epicentro di tensioni finanziarie per via del salvataggio in extremis di Credit Suisse. Le autorità sorpresero i mercati con l’azzeramento dei bond AT1 senza il previo azzeramento del capitale azionario, pur consentito dalle leggi confederali. Ma la natura di “porto sicuro” del franco svizzero non è venuta meno, come dimostra il rafforzamento del cambio proprio a partire da quel mese contro le principali valute.

Da queste riflessioni comprendiamo meglio perché ancora oggi i bond svizzeri continuino ad offrire rendimenti miserrimi. Il decennale viaggia in area 0,85% contro il 2,35% del Bund di pari durata. Sarebbe il dato saliente circa l’atteso apprezzamento del franco svizzero contro l’euro anche nel medio-lungo termine.

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