Si è chiuso con cifre record il Singles Day in Cina, la festa dedicata ai cuori solitari nella seconda economia mondiale. Alibaba, il principale retailer online cinese, ha fatto affari per un totale di 268,44 miliardi di yuan, pari a 38,37 miliardi di dollari, in netto rialzo dai 30,7 miliardi dello scorso anno e anche meglio delle previsioni, che erano per un giro d’affari sui 37 miliardi. Insieme a JD.com, le vendite si sono attestate nei dintorni dei 60 miliardi di dollari. Tutto in appena 24 ore.

E la partenza è stata più che sprint. Il colosso ha pubblicato ieri numeri da capogiro: il primo miliardo è stato incassato in appena 68 secondi, 13 miliardi nella sola prima ora.

Single Day 2019: ordini per 1 miliardo al minuto durante il Black Friday di Alibaba

La Festa dei Single in Cina si celebra sin dal 1990, ma è stato proprio Alibaba di Jack Ma nel 2009 a scoprirne le potenzialità come giornata dedicata allo shopping online e precedente di poco il Black Friday americano. Si tiene in data 11 novembre di ogni anno, che sul calendario fa 11/11, sommatoria di quattro “1”, simbolo delle persone senza anima gemella. In media, Alibaba riesce a vendere in queste 24 ore per circa 13 volte in più rispetto a una giornata ordinaria. Pensate che nella sua prima edizione incassò appena 7 milioni, cifre che oggi giudicheremmo ridicole.

Già nel 2015, Alibaba mise a segno il record dei record con 14 miliardi di dollari in una sola giornata. Mai nessun gigante online al mondo aveva sino ad allora fatturato così tanto in 24 ore. E i numeri di ciascun anno diventano segnali sempre più nitidi sull’andamento complessivo dell’economia cinese, così come il Black Friday segna il trend di quella americana. Ad esempio, per quest’anno Adobe si attende che nel lungo week-end che porta dalla Festa del Ringraziamento al cosiddetto Cyber Monday, le vendite online si attesteranno a 29 miliardi di dollari.

Nel dettaglio ci si attende: 4,4 miliardi il giovedì (+19,5%), 7,5 miliardi il venerdì (+20,3%) e 9,4 miliardi il lunedì (+19%).

Consumi colonna portante degli USA

Ma la Festa del Ringraziamento fa partire la cosiddetta “holiday season”, la stagione delle vacanze e dello shopping. Quello online nei mesi di novembre e dicembre è atteso in rialzo di oltre il 14% a 143,7 miliardi, una frazione dei circa 730 miliardi attesi complessivamente (acquisti online e nei negozi fisici) dalla National Retail Federation, escludendo auto, carburante e ristoranti.

Black Friday, lo shopping non mostra crisi in America e Amazon subisce la concorrenza

I consumi delle famiglie in America sono molto importanti, costituiscono l’ossatura dell’economia, contribuendovi per circa il 68%. In Cina, contano per poco più della metà, incidendo per meno del 39%. Eppure, anche Pechino guarda con crescente interesse allo shopping delle famiglie, specie in tempi di “guerra” dei dazi con gli USA. A conti fatti, nei prossimi decenni dovranno essere proprio i consumi interni a soppiantare in misura crescente l’eccesso di investimenti da un lato e le esportazioni dall’altro. I consumatori cinesi online sono 800 milioni e nei primi 9 mesi di quest’anno hanno speso su internet 5.800 miliardi di yuan, 825 miliardi di dollari, il 16,8% in più rispetto allo stesso periodo del 2018, un ritmo doppio del +8,3% messo a segno dai consumi nel loro complesso.

La Cina imita gli USA

Questo significa che circa un quinto degli acquisti in Cina avviene ormai su internet, una percentuale che rende le vendite online significative per monitorare l’andamento complessivo dei consumi e il polso dell’economia. Stesso ragionamento per l’America, che non può permettersi una stagione deludente per le settimane che vanno dal Thanksgiving Day al Natale, sebbene ogni anno gli analisti avvertano che gli acquisti vengano sempre più anticipati rispetto alla data ufficiale del Black Friday, in quanto i negozi si preparano a tempo debito con offerte e sconti allettanti sin dai primi giorni di novembre, rendendo sempre meno significativi i soli dati del lungo week-end.

Comunque sia, Cina e USA rivaleggiano anche sulle vendite nel mese di novembre, altro segno tangibile di come ormai il Dragone cerchi di marcare stretto la superpotenza mondiale, imitandone stili di vita e cadenze affatto tipiche della propria cultura e che, però, in un mondo globale servono anche per far capire al mondo di esserci e di competere con gli States sul loro terreno più congeniale: lo shopping. Per farlo, ha dalla sua un gigante di internet come Alibaba, nato del resto su iniziativa statale negli anni Novanta, in grado di battere Amazon sui numeri. Ad esempio, i due giorni del Prime Day nel luglio scorso fecero incassare a Jeff Bezos “solo” 7,16 miliardi. Tanti, ma meno di un quarto delle vendite del colosso cinese nelle scorse 24 ore. Ennesima conferma che i numeri contano in economia. E la Cina dispone di 4 volte i consumatori americani.

[email protected]