Le quotazioni dei Bitcoin sono esplose ieri a doppia cifra ai nuovi massimi storici, dopo che il fondatore e CEO di Tesla, Elon Musk, ha inviato alla SEC una comunicazione con cui l’ha informata di avere acquistato nelle scorse settimane la “criptovaluta” più popolare al mondo per un controvalore di 1,5 miliardi di dollari. E ha reso nota l’intenzione di accettarla come metodo di pagamento, pur in maniera graduale. I proventi derivanti da tale fatturazione potrebbero essere monetizzati o meno, ha spiegato.

In conseguenza della notizia, il prezzo è arrivato a superare i 44.000 dollari, sfiorando una capitalizzazione di mercato di 820 miliardi.

Musk si è definito un sostenitore dei Bitcoin e già aveva fatto parlare di sé, quando alcune settimane fa aveva discusso della moneta digitale con Michael Saylor di MicroStrategy su Twitter. Quest’ultima è una società che negli ultimi mesi ha investito pesantemente in Bitcoin, arrivandone a detenere 70.470, pari a un controvalore di oltre 3 miliardi. Quest’anno, i guadagni sfiorano il 50%, mentre segnano +300% dal mese di ottobre, quando alcuni grossi investitori hanno iniziato a buttarsi nell’affare pubblicamente, tra cui PayPal, che ha annunciato di accettare Bitcoin come metodo di pagamento.

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Musk in “guerra” con i fondi della finanza

Musk resta un personaggio “sui generis” per il modo in cui opera sui mercati e per la comunicazione stessa. Nei giorni scorsi, ha sostenuto la richiesta di indagini al Congresso a carico di Robinhood, piattaforma di trading ormai molto popolare, sostenendo la necessità di mettere al bando le vendite allo scoperto. Quasi facendosi interprete del mondo dei trader contro la finanza tradizionale, ha criticato aspramente le decisioni dei broker di limitare l’operatività degli utenti registrati per salvaguardare la stabilità dei prezzi di alcuni titoli fortemente “shortati” da alcuni fondi speculativi.

Anche Tesla ieri ha aperto con il segno positivo sulla notizia degli investimenti in Bitcoin, salendo a capitalizzazione di oltre 825 miliardi, qualcosa in più di quella della “criptovaluta”.

Nell’ultimo anno, il titolo guadagna a Wall Street più del 465%. La lotta contro le vendite allo scoperto di Musk potrebbe essere legata al timore che prima o poi le posizioni ribassiste sulle azioni Tesla prendano il sopravvento, date le quotazioni stellari a cui sono esplose, praticamente a un rapporto di oltre 1.000 rispetto agli utili.

Il mondo della finanza resta diviso tra chi crede che le “criptovalute” siano un’opportunità interessante per diversificare gli investimenti e chi le ritiene prive di valore o, al meglio, molto rischiose. Le stesse istituzioni non hanno ancora assunto una posizione fissa e comune. Il nuovo segretario al Tesoro dell’amministrazione Biden, Janet Yellen, già governatore della Federal Reserve, ha legato questo mondo alla criminalità e al terrorismo internazionale, sottolineandone i rischi e creando apprensione tra i possessori di Bitcoin circa le possibili restrizioni legali a cui la moneta digitale sarebbe sottoposta negli USA. Ma con l’ingresso crescente della finanza che conta su un mercato fino a qualche mese fa quasi interamente nelle mani di pochi nerd, le probabilità di una retata punitiva delle autorità americane (e non) diminuiscono considerevolmente. E Musk ha capito che il suo annuncio nell’era di Robinhood servirà a consolidare gli acquisti tra una moltitudine di piccoli investitori, contribuendo all’accettazione anche tra le grandi case d’investimento.

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