E’ stato un finale di settimana a dir poco negativo per il mercato europeo. La stretta sui tassi BCE era stata ampiamente prevista, ma evidentemente non nei termini prospettati. In particolare, ha colpito in negativo l’assenza di uno scudo anti-spread a favore di titoli di stato come i BTp. E questi hanno pagato più di tutti nell’Eurozona, con rendimenti saliti drasticamente a doppia cifra lungo la curva e prezzi in picchiata. Il bond a 7 anni, che capta un po’ l’intero mercato sovrano tricolore per via della sua durata, si è deprezzato di circa il 2,5%.

Applicando tale perdita a tutti i quasi 2.300 miliardi di euro di titoli di stato in circolazione alla fine di giugno, otteniamo un bilancio negativo di 56 miliardi di euro.

E in borsa non è andata meglio. Anzi, l’indice FTSE MIB a Piazza Affari tra giovedì e venerdì ha ripiegato del 7,5%. In valore assoluto, parliamo di perdite nell’ordine dei 54 miliardi in termini di capitalizzazione. Sommandole a quelle accusate dal mercato sovrano, arriviamo a toccare i 110 miliardi. In realtà, va tenuto conto anche il calo subito dai corporate bond, ragione per cui possiamo stimare a ben oltre 110 miliardi il conto pagato dal sistema Italia a causa della comunicazione non certo impeccabile della BCE sulla stretta monetaria in arrivo.

Azioni e bond in forte calo quest’anno

Le perdite possono essere viste anche positivamente per chi intende entrare sul mercato o ci è entrato dopo queste si erano realizzate. Per loro i cali di questi giorni rappresentano l’opportunità di acquistare a prezzi inferiori e di realizzare, quindi, guadagni potenzialmente superiori. I possessori di azioni e bond che li hanno da prima in portafoglio non hanno apprezzato di certo. Ma in questi casi bisogna tenere i nervi saldi e guardare a un orizzonte temporale medio-lungo.

D’altra parte, le perdite non sono arrivate certamente in questi giorni.

Il BTp a 10 anni con scadenza 1 giugno 2032 perde quasi il 20% quest’anno, all’incirca lo stesso calo accusato dall’FTSE MIB. La stretta sui tassi colpisce particolarmente l’Italia per via del suo altissimo debito pubblico, unitamente a una scarsa crescita economica ormai cronica. Azioni e bond prendono nota. E i cali non sarebbero finiti. Il rialzo dei tassi deve ancora iniziare.

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