Il Milan è tornato a vincere lo scudetto dopo una pausa lunga undici anni. Troppi per una squadra con il suo blasone. Adesso, viene la parte più difficile: non deludere le aspettative del popolo rossonero. Ma rispetto agli anni ruggenti delle vittorie in Champions League, il calciomercato lo decidono oggi altri club. Liga e Premier League hanno in mano le chiavi per aprire, se vogliono, tutte le porte che li conducano ai calciatori che desiderano. Ma Paolo Maldini non vuole venire meno alla sua strategia vincente: tetto agli stipendi per non strafare e tenere i bilanci in ordine.

Anche perché lo scudetto non garantisce di per sé alcun equilibrio finanziario. La scorsa stagione, la società rossonera ha chiuso con una maxi-perdita di quasi 94,5 milioni di euro. Molto meglio di Inter e Juventus, ma questo consola poco.

Certo c’è che quando vinci, non puoi fingere che non sia accaduto nulla. Onori e oneri. E proprio Maldini lo sa benissimo in questi giorni di sbornia ancora non totalmente smaltita dopo i festeggiamenti di domenica sera e lunedì a Milano. L’icona rossonera ha fissato una forbice tra 4 e 6 milioni di euro netti a stagione per gli stipendi al Milan dei giocatori migliori. Il fatto è che sarebbe un tetto molto basso per gli standard del calcio europeo odierno. A parte le big spagnoli e inglesi (non parliamo del PSG), già squadre di metà classifica della Premier sarebbero in grado di offrire di più, soffiando i top players alla Serie A.

Stipendi Milan e offerte dall’estero per Leao

Lo scorso anno, gli stipendi più alti sono stati nell’ordine di Ibrahimovic (7 mln), Romagnoli (5,5), Rebic (3,5), Giroud (3,5) e Florenzi (3). Ma adesso Rafael Leao, che finora percepisce “solo” 1,4 milioni a stagione, pretende giustamente un adeguamento dello stipendio. Per lui, l’offerta sarebbe nell’ordine dei 4-5 milioni.

Accetterà? Il problema è duplice, perché secondo alcune indiscrezioni rimbalzate anche attraverso siti milanisti, il Real Madrid offrirebbe per il portoghese la bellezza di 120 milioni. Sarebbe più del doppio dei 50 milioni di valore di mercato dell’attaccante.

La tentazione di fare cassa indubbiamente esiste. Con quella cifra, il Milan si comprerebbe tre calciatori di buon livello in Europa. E avrebbe modo di rendersi più competitivo in Champions League. Certo, ciò aumenterebbe la massa degli stipendi erogati, che nella stagione appena trascorsa superava di poco gli 80 milioni lordi. Ma sarebbe il prezzo minimo da pagare per tenere testa alle grandi, per rilanciarsi dopo un lungo decennio di digiuno. In cambio, il rinnovo ancora tutto da confermare del contratto di Ibra avverrebbe a cifre nettamente più basse, data l’età dello svedese. E c’è da recuperare anche fuori dal campo. I futuri proprietari di RedBird puntano sullo stadio di proprietà, asset indispensabile per massimizzare i ricavi. E qui le distanze con i top club europei sono ancora abissali.

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