Mentre la terza ondata della pandemia sta entrando nel vivo con il picco atteso a fine mese e tutta l’Italia in zona arancione o rossa, l’ISS, l’Aifa, Inail e il ministero della Salute, hanno rilasciato un documento che raccomanda di mantenere la distanza di due metri con le nuove varianti. Di fatto, la distanza di un metro a cui eravamo abituati non sembra più essere efficace in certe situazioni contro le varianti covid, di cui ormai è stata sottolineata la maggiore contagiosità.

Quando si mangia meglio la distanza di due metri

Il documento chiarisce che il famoso metro di distanza può andare bene in alcuni momenti ma ad esempio sarebbe meglio portarlo a due metri quando si mangia o si beve. Durante i momenti di convivialità, insomma, sembra opportuno raddoppiare la distanza di sicurezza, quando con il respiro si rischia di trasmettere l’infezione. Le altre misure osservate fino ad ora, invece, ossia la mascherina e l’igiene delle mani sono sempre importanti e da applicare con attenzione.

Vaccinati a contatto con positivi

Nel documento si parla anche della maggiore contagiosità dei nuovi ceppi, soprattutto quella inglese, ormai diffusa, mentre non è ancora chiaro se le varianti possono essere o meno associate a forme più gravi. Nel chiarire l’efficacia dei vaccini, in particolare Pzifer-Biontech, questo protegge dai sintomi già dopo una settimana dalla seconda dose e dopo dieci giorni dalla prima, Moderna risulta ottimale già dopo due settimane dal richiamo mentre Astrazeneca inizia a funzionare dopo tre settimane dal primo vaccino e va avanti fino alla dodicesima settimana quando subentra la seconda dose.

A tal proposito, viene evidenziato che anche chi si è vaccinato ma è stato esposto ad alto rischio covid deve “deve adottare le stesse indicazioni preventive valide per una persona non sottoposta a vaccinazione, a prescindere dal tipo di vaccino ricevuto, dal numero di dosi e dal tempo intercorso dalla vaccinazione”.

In sostanza il vaccinato considerato contatto stretto deve sottostare alla quarantena di 10 giorni e sottoporsi a test molecolare.
Il documento ISS, infine, riporta uno studio multicentrico su 6.600 operatori sanitari inglesi in merito all’immunità dopo l’infezione che dovrebbe durare mediamente 5 mesi.
Nel frattempo, ricordiamo che fino a Pasqua, il Governo Draghi ha deciso per misure più restrittive proprio per combattere la terza ondata. Per le prossime due settimane, mezza Italia sarà in zona rossa e il resto delle regioni in zona arancione mentre il 3, 4 e 5 aprile sarà necessario rispettare regole ancora più severe con una zona rossa nazionale, in cui sarà vietato spostarsi da casa se non per motivi certificati.

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