Il mercato delle crypto ha vissuto un’altra settimana di record. Le quotazioni di Bitcoin ed Ethereum hanno toccato nuovi massimi storici, con le prime ad avere sfiorato i 69.000 dollari e le seconde oltrepassato i 4.800 dollari. Come sempre, esistono diverse notizie ad avere sostenuto gli acquisti, tra cui l’annuncio del CEO di Apple, Tim Cook, di avere in portafoglio alcuni di questi token principali. Tuttavia, la principale fonte del boom sarebbe stata la pubblicazione del dato sull’inflazione americana a ottobre: +6,2% annuo, ai massimi dal 1990.

I prezzi al consumo corrono un po’ ovunque nel mondo dopo la pandemia e la perdita del potere d’acquisto accelera. I capitali impiegati sul mercato obbligazionario perdono valore a ritmi sempre più alti, mentre le azioni stanno diventando un asset class sempre più “iper-comprata”. Ed ecco che gli investitori, compresi gli istituzionali, stanno rivolgendo maggiore attenzione alle crypto, in quanto asset non manipolabile dalle banche centrali e tendenzialmente deflattivo come nel caso di Bitcoin.

Non solo inflazione, però. Da settimane, sui mercati finanziari c’è fermento attorno al caso Evergrande, il colosso immobiliare cinese al collasso finanziario per via degli oltre 300 miliardi di dollari di debiti. Il pagamento di alcune cedole di recente è saltato e il governo di Pechino ha segnalato di non volere salvare la società, al fine di imporre maggiore disciplina al mercato. Poiché il comparto immobiliare è notoriamente ipertrofico presso la seconda economia mondiale e incide praticamente per un quarto del suo PIL, gli investitori temono che con il “deleveraging” in corso saremmo solo all’inizio di una caduta molto più rovinosa e generale del Dragone, con contraccolpi nel resto del mondo.

Crypto Smart: Bitcoin oro digitale dei nativi di Internet

Quanto sta accadendo per Crypto Smart (www.cryptosmart) non è altro che la conferma dello stato di crescente sfiducia che il mercato nutrirebbe nei confronti delle banche centrali.

Lo dichiara senza mezzi termini uno dei soci fondatori della prima piattaforma exchange per crypto interamente italiana e con sede fiscale in Italia (Perugia). Questo il commento di Alessandro Frizzoni per Investireoggi:

le crypto costituiscono una difesa perfetta contro la svalutazione monetaria perché non posso essere stampate a piacimento dalle banche centrali. Ad esempio, la quantità’ di Bitcoin che potranno mai essere emessi è fissata in 21 milioni. La scarsità prefissata dei Bitcoin lo assimila all’oro digitale. Come l’oro è anche praticamente impossibile da contraffare, per generare un blocco di Bitcoin occorre l’equivalente dell’energia elettrica delle Danimarca per 10 minuti.

Il Bitcoin rispetto all’oro è una tecnologia monetaria tecnologicamente più avanzata e perfezionata. Infatti al contrario dell’oro, il Bitcoin non ha costi di stoccaggio, basta  ricordare una password invece di un caveau. Il Bitcoin è anche facilmente trasportabile, attraverso Internet si possono inviare pagamenti senza frontiere da un capo all’altro del mondo in pochi minuti. Bitcoin è la moneta nativa di Internet.