
Con l’arrivo della pandemia e il lockdown, le nostre abitudini di acquisto sono cambiate molto. Prima si usava andare a mangiare fuori, fare shopping in centro e acquisti nei negozi fisici, ora invece è cambiato tutto e c’è stata una vera e propria rivoluzione nei consumi che ha portato anche a delle decisioni sofferte per alcune catene come Zara o H&M che hanno deciso di puntare al digitale.
La crisi del commercio fisico ma non dei negozi di quartiere
La crisi dei negozi fisici è netta. Le strade dei centri città sono mezze vuote, ma c’è anche un paradosso. Se a sfondare sono stati soprattutto i negozi online, anche quelli di quartiere hanno avuto un grande successo perché le persone per evitare di prendere i mezzi pubblici hanno cambiato le abitudini di acquisto e iniziato a comprare nei negozi di quartiere. Come scrive il Corriere, che riporta le parole di Anna Zinola, esperta di consumi e docente all’Università Cattolica:
«Si parla di safety shopping perché ormai compriamo sempre più spesso nei negozi vicino casa per non prendere i mezzi pubblici, tram, metro, autobus affollati e andiamo in giro molto meno di quanto non ci andassimo prima. Ma quando lo facciamo, compriamo molto di più e vale sia per i supermercati che per l’abbigliamento, un settore che insieme alla cosmesi, è tra quelli più colpiti da questa pandemia».
Safety Shopping
In sostanza, se da un lato si ha paura della crisi economica e di ricadute occupazionali, dall’altro è emersa una nuova abitudine all’acquisto in cui ci si reca di meno nei negozi ma si compra molto. Questo vale sia per i negozi online che per quelli di quartiere. Molte catene di lusso, ad esempio, hanno messo i dipendenti in smart working facendoli diventare dei veri e propri personal shopper che operano da remoto tramite chat o video chat. C’è la necessità di puntare molto alle vendite online e investire nel digitale da parte delle catene di abbigliamento sia di lusso che low cost.
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