L’argomento centrale della copertina di Maurizio Crozza che ha introdotto  la puntata di Ballarò di ieri sera, 25 giugno 2013, era scontato: la notizia della settimana, la condanna a 7 anni di Berlusconi per il processo Ruby. Il comico saluta Floris premettendo che avrà molto materiale per la copertina: “oggi è l’Eldorado dei comici”.

Berlusconi, l’uomo centenario: ma Alfano lo incita a “tenere duro”

Crozza prende subito di mira Mariastella Gelmini, ospite in studio: “Come mai è venuta lei, la Carfagna aveva pilates?‘. Ricostruendo la parabola di Berlusconi, partito dalla tv a colori e quasi finito al bianco e nero della divisa del carcere, il comico lo definisce veramente un perseguitato, ma non dalla giustizia, dai reati! “Altro che statista, è il più grande reatista degli ultimi 150 anni!”.

Sommando gli anni di condanne che pendono su di lui il premier dovrebbe essere veramente centenario. Sui sette anni della condanna Crozza manda una frecciatina anche a Ghedini “non è che si scopre che si è laureato al Cepu? Riesce a far prendere al proprio cliente più anni di quelli chiesti dall’accusa!‘. Riguardo la reazione degli esponenti del Pdl alla sentenza di condanna Crozza non perde occasione di calarsi nei panni di Brunetta, spaventato dalla giustizia italiana.   [youtube]http://www.youtube.com/watch?v=1O15FZ-tdmM[/youtube]

Il Pd e gli F 35, trova le differenze

Ma Crozza non risparmia neanche il Pd che, dopo le dimissioni di Josefa Idem per l’Imu sulla palestra non pagato, si è spaccato sugli F 35 : ‘Che differenza c’è fra un f35 e il Pd? Uno si spacca non appena prende quota, l’altro è un aereo‘. E a proposito di dimissioni Crozza, guardando l’orologio si chiede come mai Grillo alle 21 passate non ha ancora espulso nessuno: “devono esserci dei problemi con il wifi”.

Scandalo evasione in serie A: il commento di Crozza-Conte

La copertina di Crozza di ieri sera si chiude con un’altra notizia dell’ultima ora che ci porta dalla politica al mondo del calcio: ecco che quindi con grande versatilità si cala nei panni di Conte, anche lui, come Brunetta, spaventato dalla giustizia, ma da quella sportiva “dalla guardia che si fidanza, dall’accusa di fratture false, dalla gonna mediatica e dalla macchina del tango”.

Il comico genovese commenta amaramente “è proprio vero che il calcio è un momento di evasione”