Da mercoledì scorso, nel Regno Unito è tornato possibile andare a visitare le case in vendita, grazie all’allentamento del “lockdown” deciso dal governo. E questi sono stati giorni di test importanti per potenziali acquirenti, venditori e agenzie immobiliari. Per nessuno è facile far entrare in casa persone con il rischio che diventi una fonte di contagio per il Coronavirus. ELVinvest, attiva sul mercato immobiliare britannico, sta seguendo gli sviluppi, perché come ci spiega sul suo sito, i fondamentali nel Regno Unito restano solidi e le prospettive per i prossimi decenni appaiono positive per chi volesse oggi investire sul mattone qui.

Mercato immobiliare UK in crisi, ma la ripresa sarà già tra un anno

Parliamo di un paese, che entro i prossimi 20 anni dovrebbe salire a 73 milioni di abitanti, 7 in più di oggi. E già la carenza di nuove case è stimata nell’ordine delle 100.000 unità (200.000 contro 300.000) all’anno, ragione per cui nei prossimi 10 anni ci sarebbe un milione di case in meno a disposizione rispetto alla domanda. Inevitabili le pressioni rialziste sui prezzi, anche perché le trasformazioni socio-demografiche tenderanno ad ampliare tale divario tra i due lati del mercato. Si pensi ai divorzi, ai single, agli studenti fuori casa, insomma tutta domanda aggiuntiva di case senza una pronta offerta possibile.

La ripartenza non sarà facile, però. A parte che alcune agenzie hanno deciso di rinviare l’apertura fisica a giugno, ci sono aspetti che creano dubbi tra le parti. Ad esempio, se si conclude una compravendita e subito dopo l’acquirente è costretto ad auto-isolarsi in quarantena, cosa ne sarà dell’adempimento del contratto per le settimane successive? E come sarà possibile tenere le distanze sociali nel corso delle visite presso gli immobili in vendita o affitto? Molto dipende dai comportamenti individuali, ammettono alcuni attori del settore, ma si pensi alle ditte di trasloco, i cui dipendenti hanno qualche difficoltà a rispettare il metro di distanza minimo da altre persone.

Rischi a breve e prospettive a lungo del mercato UK

Il governo di Sua Maestà sta venendo incontro alle varie esigenze del mercato, tra l’altro rinviando i pagamenti delle tasse locali alle ditte di costruzione e consentendo loro di avvalersi di orari di lavoro più flessibili per adempiere alle restrizioni necessarie a minimizzare il rischio di contagio. Per il resto, il Regno Unito si rivela il paese europeo in cui si percepisce la più alta rendita netta per un investitore immobiliare, grazie anche al fatto che la domanda di affitti è stata crescente negli anni. Adesso, la popolazione che vive in affitto incide per un quinto del totale. Era a un decimo nel 1996. Questo significa che affittare casa dopo averla acquistata e possibilmente ristrutturata non è certo un problema nel Regno Unito.

Mercato immobiliare dopo il Coronavirus, ecco chi perde e guadagna dalla crisi

E nemmeno uscire dal mercato realizzando plusvalenze non sembra difficile, se si considera che la stessa ELVinvest ci segnala come i prezzi delle case negli ultimi 5 anni siano cresciuti mediamente tra il 20% e il 30% presso le principali città britanniche, oltre il +19,35% messo a segno da Londra, la quale ha certamente risentito dei minori investimenti stranieri dovuti al fattore Brexit. Ma dicevamo, con una popolazione in crescita e una densità abitativa di oltre 400 abitanti per metro quadrato, il Regno Unito risulta avere una popolazione 4 volte più concentrata della Francia e tendenzialmente lo sarà il doppio della Germania. Tutte buone notizie per il mercato immobiliare, dove la scarsa disponibilità fisica di territorio, limitativa dell’offerta, segnala un trend rialzista per i prezzi, specie considerando che Londra continuerà a restare meta dei capitali internazionali.

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