Cipro resterà divisa in due. I negoziati sulla riunificazione di Cipro si sono conclusi questa mattina senza un accordo, segnando la fine di un processo di oltre due anni che era visto come l’ultima opportunità per risolvere la situazione dell’isola divisa. “Sono molto dispiaciuto di annunciare che, nonostante il forte impegno di tutte le parti, la conferenza su Cipro si è conclusa senza un accordo“, ha detto il segretario generale delle Nazioni unite, Antonio Guterres.

 

L’isola è divisa tra la parte meridionale greca e quella settentrionale turca dal 1974.

Negli anni ci sono stati numerosi tentativi di colloqui per la pace ma nessuno di questi ha avuto successo. Il presidente cipriota Nicos Anastasiades e il leader turco-cipriota Mustafa Akinci sono forti sostenitori della riunificazione dell’isola e hanno avviato colloqui dal 2015. Anche Guterres, il nuovo segretario generale delle Nazioni Unite, si è impegnato per raggiungere un accordo e secondo alcuni diplomatici è stato ben accolto da tutte le parti coinvolte nei negoziati per la sua conoscenza della politica del Mediterraneo.

 

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Tuttavia, quando i negoziati hanno toccato i temi più delicati, come la sicurezza e la presenza militare sull’isola, la prospettiva di un accordo si è allontanata. L’ultimo summit è durato 10 giorni e ha riunito nella località svizzera di Crans-Montana i due leader ciprioti, insieme ai ministri degli Esteri di Grecia, Turchia e Gran Bretagna e ai rappresentanti di Nazioni Unite e Ue. Secondo i greco-ciprioti la Turchia è stata troppo poco disponibile a concessioni sul tema della sicurezza. Guterres si è recato per la seconda volta ieri in Svizzera per un tentativo di avvicinare le parti; il vice presidente degli Stati Uniti Mike Pence ha parlato al telefono con i due leader ciprioti per chiedere loro di “cogliere questa opportunità storica“.

Dopo l’ultimo fallimento non è chiaro se i colloqui per la riunificazione potranno riprendere. “Questo risultato dimostra l’impossibilità di raggiungere un accordo nei parametri della ‘Good Offices Mission‘ – ha twittato il ministro degli Esteri turco Mavlut Cavusoglu, riferendosi all’Onu -. Non ha senso insistere“.