La Champions League cambia pelle. Le nuove regole annunciate dalla UEFA a partire dalla stagione 2024/2025 prevedono una vera rivoluzione per il calcio europeo. Anzitutto, le squadre che accederanno alla massima competizione continentale saranno 36 e non più 32 come oggi. Ma questa è la novità più marginale, se vogliamo. Da dove arriveranno le altre 4? Il criterio deve ancora essere individuato. Si pensa al meccanismo dei playoff, ma anche all’accesso diretto per la terza squadra del quinto campionato per ranking, etc.

Dicevamo, Champions League riformata.

Per prima cosa, tutte le 36 squadre giocheranno all’interno di un unico girone. Ma, attenzione: le squadre non giocheranno le partite contro tutte le altre. Va da sé che sarebbe qualcosa di inimmaginabile. In realtà, ci sarà una suddivisione in quattro fasce da 9 squadre ciascuna sulla base del Ranking UEFA. A quel punto, ciascuna di esse disputerà 10 partite. Ecco secondo quale criterio. Una squadra della prima fascia giocherà una gara ciascuna:

  • con due della prima fascia;
  • con tre della seconda e terza fascia;
  • con due della quarta fascia.

Nuova Champions League con 84 partite in più

A questo punto, il nuovo format di Champions League prevede che le prime 8 classificate accedano direttamente agli ottavi di finale. Invece, le classificate dalla posizione 9 alla posizione 16 incontreranno le classificate dalla posizione 17 alla posizione 24. Le 8 vincitrici degli spareggi andranno anch’esse agli ottavi. Le 8 sconfitte accederanno all’Europa League. Agli ottavi, le partite saranno secche, senza più gare di andata e ritorno. Una formula introdotta per necessità la scorsa estate, al fine di accorciare i tempi dopo la sospensione del torneo a causa del Covid.

Questo nuovo format di Champions League aumenterà il numero delle gare dalle 125 attuali a 209. Ogni squadra avrà la certezza di giocare 10 partite e chi arriverà in finale avrà giocato un minimo di 17 partite o un massimo di 19 partite nel caso abbia acceduto agli ottavi con gli spareggi.

Obiettivo: aumentare il numero delle partite di livello europeo e incassare quanti più soldi possibili. Una risposta alle richieste che si levano da anni dalle squadre più forti, le stesse che nei giorni scorsi hanno dato vita alla “rivolta” di Superlega, durata lo spazio di 48 ore.

Affianco alla Champions League ci sarà anche la Conference League, un torneo studiato a partire dalla prossima stagione per le squadre dei campionati minori. Ma tutto questo cozza con il calcio “romantico” sognato dai tifosi quando nei giorni scorsi hanno inveito contro le rispettive squadre riunitesi nella Superlega. In effetti, le 84 gare in più da giocare nel corso dell’anno implicano il serio rischio di ridimensionare i campionati nazionali. Già si parla di ridurre il numero delle squadre che giocano in ciascuno di essi, così da limitare le gare settimanali giocate dai calciatori.

Campionati nazionali ridimensionati

La Serie A perderebbe 2 club e passerebbe da 20 a 18. Volevate il calcio romantico? Eccovene un assaggio. Non solo. Dato il maggior numero di competizioni necessarie per arrivare in finale (17-19 contro le attuali 13), probabile che le società debbano rafforzare le rispettive rose con nuovi ingaggi. Difficile far correre sulle gambe lo stesso numero di giocatori per più partite di oggi. E ciò richiederebbe aumenti dei costi non sostenibili per le squadre più piccole. L’alternativa sarebbe utilizzare le seconde linee per disputare i campionati nazionali, ma ciò significherebbe svilire questi ultimi a favore dello spettacolo in Champions League.

Ma il problema di questa formula è che difficilmente incrementerà considerevolmente il fatturato. E i primi effetti si vedrebbero tra non meno di quattro stagioni da oggi. Tant’è che si sta ipotizzando, specie dopo lo shock Superlega, di anticiparne l’adozione. Ma non sarebbe facile. Bisognerebbe rinegoziare i diritti TV e nel frattempo ci sarebbero da disputare tornei come i mondiali nel Qatar e i prossimi europei nel 2024.

Ad ogni modo, anche la UEFA sta dimostrando come esigenze di business impongano di tagliare i “rami secchi”. Minori competizioni con squadre di second’ordine e più importanza ai big match. Il calcio romantico è rimasto solo negli oratori.

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