Aveva fatto discutere un servizio mandato in onda di recente dalla trasmissione Le Iene e intitolato “Carburanti dalla Slovenia: è la frode del gasolio?”, presunto raggiro che vedrebbe coinvolti alcune stazioni di servizio della regione Veneto. Nel corso del servizio è stata mostrata ai telespettatori un particolare sistema di acquisto del carburante all’estero, grazie al quale gli impianti che appartengono all’elenco delle Pompe Bianche (o No logo) sono in grado di vendere benzina e diesel a un prezzo nettamente più basso rispetto alle compagnie petrolifere come Esso, Q8, Tamoil, Eni, Agip, Total Erg, Repsol e altre.

In merito al servizio trasmesso dalle Iene, FederPetroli ha voluto fornire una risposta chiara agli utenti.

La differenza tra le compagnie petrolifere ufficiali e i distributori privati di carburante

L’editoriale di Michele Marsiglia, numero uno di FederPetroli Italia, spiega quale sia la differenza che intercorre tra i distributori delle compagnie petrolifere ufficiali e i distributori privati di carburante. Da una parte, le prime non hanno la possibilità di comprare carburante da terzi, ma soltanto dalle stesse compagnie petrolifere. Dall’altra parte, i privati hanno invece questa possibilità, possono cioè acquistare carburante sia dalle compagnie petrolifere ufficiali, sia da terze parti, non avendo sottoscritto alcun vincolo contrattuale per il ritiro della merce.

Il fenomeno delle Pompe Bianche

Le stazioni di servizio No logo, conosciute anche con il termine Pompe Bianche, sono amministrate da piccoli-medi imprenditori. Per sopravvivere, essi devono ottenere un maggior risparmio rispetto alle compagnie petrolifere ufficiali, da qui la necessità di focalizzare il proprio guadagno nell’acquisto del carburante a un prezzo più basso possibile, per poi metterlo a un listino più conveniente possibile rispetto alle stazioni di servizio ufficiali così da fidelizzare gli automobilisti.

Negli ultimi anni, però, è cresciuto il fenomeno dell’acquisto del carburante dall’Est. Il presidente di FederPetroli ha spiegato come avviene la compravendita: un intermediario estero o un broker intermedia l’acquisto di un determinato quantitativo di carburante tra un Paese dell’Est e un imprenditore italiano.

Le autocisterne provenienti dall’Est scaricano il carburante in Italia e, terminato il lavoro, tornano al loro Paese. Lo scopo principale è pagare meno tasse, aggirando Iva, accise e altre imposte. In conclusione, FederPetroli ci tiene a precisare che la responsabilità è da attribuire al broker e non all’impianto di carburante o al suo gestore. “Il broker – conclude Michele Marsiglia – non rientra nei canali ufficiali di compravendita del prodotto petrolifero”.

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