La multa per Google è arrivata e ben più salata delle attese. Il colosso americano del web ha appena incassato una sanzione da 2,42 miliardi di euro, comminata dalla Commissione europea, la più alta di sempre nella UE. Mountain View è stato giudicato colpevole di abuso di posizione dominante, in relazione all’utilizzo del suo motore di ricerca, i cui risultati per lo shopping online avrebbero privilegiato i servizi resi dalla stessa Google. Secondo il commissario alla Concorrenza, Margrethe Vestager, la multinazionale avrebbe impedito una reale concorrenza, a discapito delle imprese rivali attive nell’erogazione dei servizi di acquisti in rete, impedendo l’innovazione e, soprattutto, ai consumatori europei di beneficiare della concorrenza.

Alla società è stato anche ordinato di porre fine all’abuso entro 90 giorni, ma senza che siano state impartite direttive specifiche su come provvedere, avendo Bruxelles lasciato libertà di azione sul punto. Se entro tale termine, il motore di ricerca non risulterà improntato a criteri diversi, i commissari avrebbero il potere di imporre a Google una sanzione supplementari del 5% degli utili maturati quotidianamente nel mondo da Alphabet, società-madre. Stando ai calcoli, sarebbe una cifra per circa 14 milioni di dollari al giorno. (Leggi anche: Google, possibile shock in apertura a Wall Street)

Sanzionato il servizio Google Shopping

Mountain View proporrà appello e pur rispettando la sentenza, ha dichiarato di non condividerla. Un suo portavoce ha eccepito che “quando fai acquisti online, vuoi trovare i prodotti velocemente e facilmente”, aggiungendo che “i pubblicitari vogliono promuovere gli stessi prodotti. Ecco perché Google mostra le inserzioni, mettendo in contatto migliaia di clienti e aziende piccole e grandi”.

In Google Shopping, i prodotti in vetrina sono solo quelli per i quali le aziende hanno pagato per vederseli esposti. Secondo una ricerca, il 74% dei risultati di ricerca per gli acquisti in rete sarebbe legato al servizio di Google, anche se la BBC ha di recente ridotto l’entità di tale percentuale, parlando di dimensioni inferiori.

L’indagine andava avanti sin dal 2010 e le conclusioni a cui è giunta la Commissione avranno effetti dirompenti nel mondo di internet, dato che i risultati esitati dal motore di ricerca determinano spesso le preferenze negli acquisti e nelle letture degli utenti, nonostante il colosso USA si sia difesa, sostenendo che sugli acquisti sarebbero molto più influenti società come Amazon e eBay. (Leggi anche: Ricerche Google, Commissione UE pensa a maxi-sanzione: guerra contro Silicon Valley)

Guerra commerciale UE contro Silicon Valley?

Bruxelles può comminare sanzioni fino al 10% dei ricavi maturati nell’anno, che nel 2016 sono stati per Alphabet pari a 90 miliardi di dollari. A preoccupare Google non è tanto l’entità della multa, pur non indifferente, possedendo assets per 172 miliardi, bensì il fatto che dovrà modificare i criteri con i quali i prodotti appaiono nell’ordine agli utenti, ponendo così fine al proprio dominio nell’ambito dello shopping online, almeno in Europa. Data la mole dei dati maneggiati quotidianamente, si temono ripercussioni finanziarie potenzialmente gigantesche.

Tutta la Silicon Valley è stata oggetto di attenzioni da parte della UE in questi ultimi anni, tanto che all’esplosione dello scandalo emissioni di Volkswagen, la stampa mondiale ha parlato di risposta degli USA alla “guerra commerciale” in atto da anni con la UE e che dal 2008 ad oggi ha visto rimanere vittime giganti come Microsoft (1,46 miliardi di multa), Intel (1,06 miliardi), Qualcomm (multa ancora da fissarsi fino a 2 miliardi), Apple (13 miliardi di tasse da versare a Dublino), Facebook (110 milioni), mentre Amazon è sotto inchiesta per la sua struttura fiscale. (Leggi anche: Guerra commerciale USA-UE nasce con Obama, non con Trump)