Ancora una seduta storta per le azioni Juventus, in parte in scia all’andamento negativo delle borse europee, con l’indice FTSE MIB a ripiegare dello 0,81%, restando poco sopra i 27.000 punti. Per il titolo bianconero questo è il quarto giorno di vendite consecutivo. Rispetto a giovedì scorso, perde circa il 17% e un valore in borsa nell’ordine dei 180 milioni di euro. Mentre la squadra di Massimiliano Allegri lotta per portare a casa l’Europa League, la scorsa settimana sembravano essere arrivate notizie positive anche fuori dal campo.

Il Collegio di Garanzia ha accolto il ricorso della società e di dirigenti minori come Pavel Nevded contro le sanzioni inflitte dalla giustizia sportiva. Alla Juventus sono stati restituiti temporaneamente i 15 punti che le erano stati sottratti dalla classifica di Serie A, in attesa che sentenzi definitivamente la Corte d’Appello federale sul caso plusvalenze e sul capitolo stipendi.

Grazie a questa decisione, la Juventus è salita al terzo posto in Serie A, dietro solamente a Napoli e Lazio con 59 punti. Un posizionamento che, se confermato all’ultima giornata di campionato, le consentirebbe di accedere alla prossima stagione di Champions League. E poiché le coppe europee significano entrate plurimilionarie nelle casse delle società di calcio, le azioni Juventus si erano apprezzate discretamente nel corso della settimana passata.

Azioni Juventus giù su rumors UEFA

Ma ieri è arrivata una doccia fredda, pur non ufficiale, da Nyon. La UEFA potrebbe non attendere la sentenza della Corte d’Appello federale, specie se i tempi andassero per le lunghe. In estate, escluderebbe dalle coppe europee la Juventus per la prossima stagione 2023/2024. Tuttavia, se la squadra non si qualificasse né per la Champions, né per l’Europa League, l’esclusione varrebbe per la successiva stagione utile. Un’ipotesi questa improbabile in base all’attuale classifica. Il mancato accesso alle coppe europee implicherebbe che i bianconeri non arrivino neppure al sesto posto, occupato al momento dall’Inter con 54 punti, 5 in meno dal terzo.

A meno che, ovviamente, la classifica non venga nuovamente stravolta dalla giustizia sportiva con il ripristino della sanzione dei 15 punti o la sottrazione di un numero di punti minore. In ogni caso, sarebbe un grosso guaio per la Juventus. Tagliata fuori dalle coppe europee, si ritroverebbe privata di circa una cinquantina di milioni di entrate legate al solo approdo in Champions. Le vicende giudiziarie sono note. La società è accusata di avere messo su un sistema atto a falsificare “sistematicamente” i bilanci gonfiando le plusvalenze. E c’è il caso non meno grave della manovra sugli stipendi nel 2020. A pandemia scoppiata, gli stadi furono chiusi. La società annunciò un accordo con i calciatori per la mancata corresponsione di quattro mensilità, di cui una rinviata alla stagione successiva.

Milan e Inter alla finestra

Si è scoperto che, in verità, tali mensilità sarebbero state tutte rinviate alla stagione successiva, come dimostrerebbe il fatto che Cristiano Ronaldo continui a reclamare apertamente il pagamento di 19,9 milioni di stipendi lordi. Ancora una volta, la Juventus avrebbe barato sui bilanci. La UEFA non è intenzionata a sottovalutare il caso. D’altra parte, i rapporti tra l’ex presidente Andrea Agnelli e il numero uno di Nyon, Aleksander Ceferin, sono stati azzerati dalla decisione del primo di partecipare alla Superlega. L’operazione non si concretizzò, malgrado l’annuncio di due anni fa. Ma il sistema calcio europeo non ha dimenticato. E chissà che il cambio della dirigenza non sia bastato per riportare un minimo di serenità con i vertici europei. Milan e Inter restano alla finestra. In cuor loro, sperano che la UEFA abbia la mano pesante con i bianconeri. Avrebbero maggiori chance di accedere alla Champions anche la prossima stagione.

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