Il sogno (o incubo, a seconda dei punti di vista) Superlega si è già infranto e a pagare dazio stamattina saranno quasi certamente le azioni della Juventus. Nella serata di ieri, già circolavano voci di un ritiro del Chelsea dal progetto. Nel giro di qualche ora, tutti i sei club inglesi hanno dato forfait. E in nottata è arrivato il dietrofront anche dell’Inter. Che tutto l’impianto sia franato lo conferma indirettamente anche Andrea Agnelli, vice-presidente designato e che nel comunicato post-riunione ha aperto a un compromesso con FIFA e UEFA, pur confermando la bontà del progetto.

Le minacce di politica, UEFA/FIFA e le invettive dei tifosi hanno avuto la meglio. E uno dei principali promotori della Superlega, l’amministratore delegato del Manchester City, Ed Woodward, si è dimesso dalla carica. Le azioni Juventus, che ieri avevano chiuso in calo di 4 centesimi a 87, adesso rischiano il bagno di sangue a Piazza Affari. Se dovessero anche solo riportarsi ai livelli pre-annuncio di venerdì scorso, registrerebbero un tonfo in area 11,50%.

Ma le cose dentro la società bianconera andranno probabilmente peggio. In queste ore, pur tra le smentite del caso circola la voce che il presidente Andrea Agnelli possa rassegnare le dimissioni. In effetti, è il grande sconfitto insieme a Florentino Perez di questo azzardo non riuscito. Nella Superlega ci aveva creduto così tanto da essersi dimesso domenica sera da presidente dell’Associazione Club Europei, un atto dovuto per via dell’incompatibilità tra la carica e il nuovo progetto.

Azioni Juventus e flop societario

E adesso? La società passa in due giorni dal sogno di entrare ufficialmente e stabilmente tra le grandi d’Europa all’incubo di un isolamento all’interno del calcio europeo (e italiano), nel bel mezzo di risultati sportivi a dir poco deludenti. Le azioni Juventus sconteranno da questa mattina non solo il flop di Superlega, ma soprattutto le criticità di una gestione aziendale che da qualche anno inizia a fare acqua da tutte le parti.

Il disastro Juve sembra adesso al completo. Mancato accesso ai quarti di finale in Champions League, accesso in bilico per la prossima stagione, quasi certamente nessuno scudetto per quest’anno e un mare di debiti da pagare. L’ingaggio di Cristiano Ronaldo nell’estate del 2018 avrebbe dovuto far compiere alla squadra un salto in alto, mentre è accaduto l’esatto contrario. Le azioni Juventus erano arrivate a un massimo di 1,54 euro nell’aprile del 2019, perdendo da allora circa la metà del valore dopo la sconfitta casalinga con l’Ajax.

La società necessita di un tagliando. Non è da oggi che rileviamo una gestione improvvisata, che non si addice a quello “stile Juve” tanto rivendicato con orgoglio negli anni passati. Dall’esautoramento di Massimiliano Allegri per far approdare in panchina Maurizio Sarri, scaricato dopo appena una stagione, passando per il disastro di Andrea Pirlo, Agnelli sembra aver perso la bussola per l’ossessione Champions. Un appetito legittimo, che lo avrebbe spinto a scommettere sulla Superlega, ma che si è rivelato un azzardo fallimentare. L’ennesimo. E non potrà che essere sanzionato.

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