Negli ultimi giorni, è tornato in auge il tema sull’autonomia delle Regioni. Come era prevedibile, le polemiche non sono mancate e sono destinate a proseguire anche nel corso delle prossime settimane. Al momento, le tre regioni pilota circa la richiesta di autonomia sono Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna. Da sole rappresentano oltre il 40 per cento del Prodotto interno lordo italiano. Oltre a loro, hanno presentato richiesta di autonomia altre sei regioni. L’ultima a formalizzare la propria richiesta è stata la regione Campania, con l’annuncio a sorpresa del governatore Vincenzo De Luca.

Come funziona l’autonomia delle Regioni

In concreto, cosa comporta la richiesta di autonomia da parte di una regione? Uno dei primi cambi sostanziali è rappresentato dal trasferimento di parte del gettito Irpef e Iva per la gestione di sanità, infrastrutture e formazione, che non saranno dunque più competenza dello Stato ma della singola regione che ha richiesto l’autonomia. Il portale Democratica (sito di informazione del Partito democratico) ha espresso di recente il proprio pensiero critico sull’argomento, attraverso un articolo scritto da Giovanni Belfiori intitolato “Quel pasticciaccio brutto dell’autonomia differenziata”. Numerose le polemiche sollevate nelle ultime ore anche dai giornalisti, con Simone Cosimi (Wired) che ha parlato di secessione.

Le regioni che hanno richiesto l’autonomia

Oltre a Lombardia, Veneto (dove c’è stato un referendum) ed Emilia-Romagna, hanno presentato richiesta formale al ministero degli Affari regionali altre sei regioni: Piemonte, Liguria, Toscana, Umbria, Marche e Campania. Per la regione Campania, ha ufficializzato la richiesta di autonomia il governatore Vincenzo De Luca (direttamente al presidente del Consiglio Giuseppe Conte), fortemente contrario pochi giorni prima rispetto alla richiesta avanzata dalle tre regioni pilota dell’autonomia. Il numero uno della regione campana ha sottolineato come già un mese avesse chiesto di includere la Campania al tavolo della discussione sull’autonomia, ribadendo come “le decisioni di finanza pubblica che si prendono per queste regioni (Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna) hanno una ricaduta su tutto il sistema”.

Situazione di stallo Movimento 5 Stelle-Lega Nord

Il Movimento 5 Stelle e la Lega Nord non hanno ancora trovato una soluzione condivisa per risolvere la questione dell’autonomia. Il problema è soprattutto politico, considerata la provenienza degli elettori del Movimento 5 Stelle e della Lega Nord. Concedere l’autonomia alle Regioni del Nord Italia più ricche potrebbe essere un problema per i 5 Stelle, che hanno costruito le loro fortune alle ultime elezioni politiche in particolare grazie al voto del Centro-Sud.

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